Vi presentiamo un articolo di un sito francese che attribuisce a papa Francesco alcune affermazioni eretiche e contro la sana dottrina della chiesa questo articolo purtroppo è stato ripreso da alcune fonti italiane che lo hanno preso per buono, anche se bastava una attenta lettura del testo per capire che queste frasi non potessero essere state pronunziate dal Papa. Sotto l’articolo citato riportiamo le parole del Papa in discorsi ufficiali e in alcune sue catechesi riguardando l’argomento in questione.
LA MENZOGNA
Con queste parole Papa Francesco apre le sue braccia come vicario di Cristo e abbraccia il suo gregge, comprese le pecorelle smarrite, non dal peccato ma da una chiesa che le ha fatte sentire fuori luogo, reietti e peccatori. Bisogna capire profondamente il valore di queste parole che non mirano a scardinare la chiesa ma ad edificarne una più forte e più consapevole. La religione deve donare gioia non sofferenza e deve praticare la tolleranza e l’accettazione della parte umana non soltanto la pratica della obbedienza al divino. E Francesco il nonno di tutti aggiunge:
“Con umiltà, ricerca interiore e la contemplazione della preghiera, abbiamo guadagnato una nuova comprensione di certi dogmi. La Chiesa non crede più all’inferno, dove la gente soffre. Questa dottrina è incompatibile con l’amore infinito di Dio. Dio non è un giudice, ma un amico e un amante dell’umanità. Dio non cerca di condannare, ma solo ad abbracciare. Come la storia di Adamo ed Eva, vediamo l’inferno come un espediente letterario. L’inferno è solo una metafora per l’animo isolato, che, come tutte le anime alla fine sarà unita in amore con Dio”.
“Dio sta cambiando ed evolvendo come noi stessi; Dio vive in noi e nei nostri cuori. Quando diffondiamo amore e bontà nel mondo, tocchiamo la nostra divinità e riconoscerlo. La Bibbia è un bellissimo libro sacro, ma come tutte le grandi opere antiche, alcuni passaggi sono obsoleti. Alcuni le indicano per intolleranza o giudizio. È giunto il momento di vedere questi versi come interpolazioni successive, a differenza del messaggio di amore e di verità che risplende in modo diverso dalla Scrittura. In linea con la nostra nuova comprensione, inizieremo a ordinare le donne cardinali, vescovi e sacerdoti. In futuro, spero che avremo un giorno un papa femmina”.
LE VERE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
Rispondendo ai giornalisti sull’aereo che lo ha riportato a Roma dopo la GMG 2013 in Brasile, Papa Francesco ha spiegato: «Una Chiesa senza le donne è come il collegio apostolico senza Maria. Il ruolo delle donne è l’icona della Vergine, della Madonna. E la Madonna è più importante degli apostoli. La Chiesa è femminile perché è sposa e madre. Si deve andare più avanti, non si può capire una Chiesa senza le donne attive in essa. Non abbiamo ancora fatto una teologia della donna. Bisogna farlo».
Tuttavia, «per quanto riguarda l’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e ha detto no. Giovanni Paolo II si è pronunciato con una formulazione definitiva, quella porta è chiusa. Ma ricordiamo che Maria è più importante degli apostoli vescovi, e così la donna nella Chiesa è più importante dei vescovi e dei preti».
08 MARZO 2015 “Soltanto va all’inferno quello che dice: ‘non ho bisogno di te, mi arrangio da solo'”. Lo ha detto Papa Francesco ai bambini della parrocchia di Tor Bella Monaca, quartiere alla periferia est di Roma. “Dio perdona tutto o no? Perché lui è buono o no?”, ha chiesto ai ragazzi che frequentano il catechismo. “Ma voi sapete – ha continuato – che c’era un angelo molto orgoglioso e intelligente che aveva invidia per Dio. Voleva il posto di Dio. Dio voleva perdonarlo, ma lui diceva non ho bisogno di perdono. L’inferno è voler allontanarsi da Dio. Tutti noi siamo peccatori, ma tutti possiamo essere perdonati”. Francesco ha ricordato ai piccoli anche anche la promessa di Gesù al Buon Ladrone, che è venerato con il nome di San Disma: “Mentre Gesù sopportava i dolori della morte a un certo punto gli disse “Stasera sarai con me in paradiso”.
CONTRO LA MAFIA
“Per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male!”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto “agli uomini e alle donne mafiosi” nel suo discorso in occasione della veglia di Libera per le vittime delle mafie nella chiesa di San Gregorio VII a Roma. “Convertitevi – ha proseguito il Pontefice, visibilmente commosso – per non finire all’inferno, è quello che vi aspetta se continuate su questa strada. Avete un papà e una mamma, pensate a loro. Il potere, il denaro che voi avere adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all’altra vita”. “Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza: che il senso di responsabilità piano piano vinca sulla corruzione in ogni parte del mondo e questo deve partire dalle coscienze e da lì risanare le relazioni, le scelte, il tessuto sociale così che la giustizia prenda il posto dell’iniquità”, ha aggiunto il pontefice.
Papa Giovanni Paolo II ha aggiunto anche che «la ‘dannazione’ non va perciò attribuita all’iniziativa di Dio poiché nel suo amore misericordioso egli non può volere che la salvezza degli esseri da lui creati. In realtà è la creatura che si chiude al suo amore. La “dannazione” consiste proprio nella definitiva lontananza da Dio liberamente scelta dall’uomo e confermata con la morte che sigilla per sempre quell’opzione. La sentenza di Dio ratifica questo stato». E «il pensiero dell’inferno – tanto meno l’utilizzazione impropria delle immagini bibliche – non deve creare psicosi o angoscia, ma rappresenta un necessario e salutare monito alla libertà». Anche Enzo Bianchi ha riconosciuto che «l’inferno è rimosso soprattutto come reazione a un insegnamento che lo affermava per intimorire e minacciare, credendo in tal modo di poter dissuadere il popolo cristiano dal peccare». Invece, «le parole delle Scritture sull’inferno, dobbiamo innanzitutto vederle come una chiamata alla responsabilità, mediante la quale esercitare la nostra libertà in vista del nostro destino».
Pensare ad un Dio cattivo a causa dell’esistenza dell’inferno significa ritenere che per noi ci sia una salvezza automatica, qualunque cosa facciamo, qualunque vita viviamo. Ed invece non è così, anche perché l’inferno noi lo creiamo qui sulla terra, diventando sovente noi “inferno” per gli altri.Edith Stein nell’inferno di Auschwitz nel 1942 scriveva: «Appartiene a ciascuno decidere del proprio destino. Dio stesso si ferma davanti al mistero della libertà di ogni persona». Per questo, ha concluso Enzo Bianchi, «non è conforme alla fede cristiana affermare che non c’è l’inferno o che l’inferno è vuoto». Sostenerlo è un’azione dannosa per la fede, come ha spiegato anche padre Giovanni Cavalcoli.
L’esistenza dell’inferno dunque, come abbiamo visto, non contraddice affatto la bontà e la misericordia di Dio. E’ comunque importante che noi cristiani siamo chiamati sopratutto a ricordare la misericordia di Dio, sperando e pregando per tutti, anche per i nemici e i peggiori criminali, affinché conservino una scintilla di libertà e umanità capace di accogliere, almeno, l’ultima chiamata di Dio.