Per il protagonista ed i medici che lo hanno visitato non ci sono dubbi.
Nell’autunno del 2007 Antonio Cataldi riceve una notizia terribile: ricoverato all’ospedale di Fondi, gli viene detto che è affetto da un carcinoma al fegato. I medici gli suggeriscono di fare ulteriori analisi, magari in una struttura più attrezzata, per vedere se ci sono possibilità di operare. L’uomo si reca allora al Policlinico Gemelli di Roma, dove viene confermata la natura maligna del tumore e gli viene detto che non può essere operato.
Sconvolto per quello che ha appreso, Antonio decide di andare in pellegrinaggio alla tomba di Sant’Antonio. Giunto al sepolcro, l’uomo prega il Santo per ricevere una guarigione e dopo aver toccato la tomba avverte una strana sensazione: “Insieme a mia sorella sostai davanti alla tomba e, mentre appoggiavo le mani sulla lastra di marmo, sentii un forte bruciore prendermi dall’inguine alla testa. Pochi secondi, che dovettero però alterare la mia espressione, perché Amalia mi chiese se stessi bene… È passato, è passato, risposi”. Tornato a casa si sentì molto bene, non lo sapeva ancora ma era guarito.
Nei giorni successivi il signor Cataldi si sottopose ad accertamenti medici che incredibilmente diedero esito negativo. Nonostante l’uomo non si fosse ancora sottoposto a cure, il carcinoma sembrava scomparso. Per l’albergatore di Fondi e la sua famiglia non ci sono dubbi, si è trattato di un miracolo e pare che anche i medici non abbiano trovato alcuna soluzione razionale: “Era l’1 novembre e dalla Tac nulla risultò. Mi trattennero al ‘Gemelli’ per ben venticinque giorni, per ulteriori accertamenti, e tutto risultò negativo. Il professor Baroni, primario di oncologia disse che non sapeva spiegarsi il fenomeno. Insomma, era un miracolo!”.
Quello di Antonio non è certo il primo caso di guarigione inspiegabile. Numerose sono le testimonianze che giungono ogni anno all’attenzione del Vaticano da luoghi di culto come Lourdes (qui esiste un apposito ufficio che seleziona i casi realmente inspiegabili) e Medjugorje. Se si sia trattato realmente di un miracolo per intercessione del Santo dovrà stabilirlo la Chiesa, nel frattempo per Antonio non ci sono dubbi e ribadisce: “Non ho fatto mai la chemioterapia, né altre cure. Mi sono affidato, soltanto, a Sant’Antonio… E’ un miracolo!”.
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Luca Scapatello
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