Una in particolare è anche documentata e spiegata dallo scrittore, poeta e religioso Tommaso da Celano (e non solo da lui).
Parla, in maniera minuziosa, delle battaglie che avvenivano a Castiglia, in Spagna, e che avevano seminato ogni genere di delitto.
Una notte, coinvolsero un uomo innocente e devoto, che si stava recando nel vicino Convento dei Frati Francescani. Probabilmente (si evince da altri racconti e da altre icone) il suo nome era Giovanni (l’uomo di Lerida) ed era molto ossequioso di San Francesco.
Giovanni era stato scambiato per un’altra persona e per questo, ferito a morte e lasciato a terra da un uomo, armato di spade, che lo trafisse più e più volte.
Venne soccorso dai Frati e dai medici, che cercarono di aiutarlo come poterono, anche se le sue condizioni risultavano gravi, sin da subito.
Passò, così, in agonia, tutta la notte, vegliato dai Frati e dalla moglie che pregavano per lui.
All’ indomani, quando i Frati suonarono la campana che annunciava le preghiere del mattino, anche Giovanni fece lo sforzò di alzarsi e, inaspettatamente, sotto gli occhi della moglie incredula, vi riuscì.
Era, ormai, guarito e sano, poiché un uomo vestito da Frate si era avvicinato al suo letto, dicendogli: “Siccome hai avuto fiducia in me, ecco che il Signore ti farà guarire”. Poi, gli levò le bende e lo unse con un medicinale miracoloso. Affermò di essere San Francesco d’ Assisi e Giovanni lo riconobbe e ricordò di averlo invocato al momento dell’ agguato e mentre sembrava essere in fin di vita.
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Antonia Sanicanti
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