Il presidente della CEI affronta una tappa fondamentale per la missione di pace in Ucraina voluta da papa Francesco.
Fondamentale il sostegno della preghiera, invocata da Monsignor Zuppi e con la quale anche noi vogliamo accompagnarlo.
Papa Paolo VI una volta definì la Chiesa «maestra in umanità». Del resto più ci si avvicina a Dio, più in profondità si riesce a scrutare nel cuore dell’uomo. Tra i talenti «umani» sviluppati dalla Chiesa di Cristo nel corso della sua bimillenaria storia c’è senz’altro anche quello dell’arte diplomatica.
Tutti gli ultimi papi hanno fatto ricorso alle sottili armi della diplomazia per cercare di portare una parola pacificatrice nelle tante crisi internazionali e nelle guerre che continuano a funestare l’umanità, ma all’ombra inquietante di armamenti sempre più potenti.
Non fa certo eccezione Papa Francesco, che ha subito avviato la sua «offensiva di pace» per trovare una mediazione nell’aspro conflitto che dal 24 febbraio 2022 contrappone Russia e Ucraina, uno snodo cruciale in quella che lo stesso Francesco ha chiamato la «terza guerra mondiale a pezzetti».
Monsignor Zuppi, un cardinale in missione per conto del Papa
Un ruolo importante, nell’offensiva diplomatica della Santa Sede, lo gioca senza dubbio il cardinale Matteo Zuppi. Il presidente della Cei è partito ieri sera per Pechino, quarta tappa della missione di pace che gli ha affidato papa Francesco. Finora l’arcivescovo di Bologna si è fatto ambasciatore di pace a Kiev, Mosca e Washington.
Monsignor Zuppi è volato direttamente in Cina da Berlino, dove negli scorsi giorni ha partecipato al tradizionale incontro “L’audacia della pace”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a supporto del dialogo ecumenico, in nome dello «spirito di Assisi».
La partenza del porporato è stata annunciata ieri pomeriggio dalla sala stampa vaticana. Questo il testo del breve comunicato: «Dal 13 al 15 settembre, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato, sarà a Pechino come inviato di papa Francesco. La visita costituisce un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta».
Dal canto suo, il cardinale Zuppi ha rilasciato uno stringato commento a Tv200: «L’auspicio è quello di spingere e tessere la difficile tela della pace», ha spiegato. «La preghiera ecumenica di questi giorni sicuramente è un motivo ulteriore per cercare con fiducia il dono della pace che è un dono di tutti e per tutti».
In viaggio verso la Cina accompagnato dalla preghiera
Dal suo viaggio in terra cinese, dopo le tre precedenti in Ucraina, Russia e Stati Uniti, l’arcivescovo felsineo si aspetta di «continuare a creare tutte le condizioni e a spingere nell’unica direzione che ovviamente è quella di una pace giusta e sicura».
Anche stavolta non si sa nulla di preciso sull’agenda del cardinale Zuppi nella capitale cinese. I commentatori ipotizzano che il delegato papale possa incontrarsi però col primo ministro Li Qiang. Il ruolo del gigante cinese viene considerato fondamentale nell’ottica della pacificazione tra Kiev e Mosca, anche solo per aprire una trattativa diplomatica.
In precedenza il vescovo Zuppi aveva incontrato il presidente ucraino Zelensky a Kiev (5-6 giugno). Successivamente si era confrontato a Mosca (28-29 giugno) con alcuni stretti collaboratori di Putin. Infine c’è stato l’incontro a Washington, dove il presidente Biden lo ha accolto alla Casa Bianca. In Russia (dove ha incontrato anche il patriarca ortodosso Kirilll)
e in America il presidente della Cei ha affrontato soprattutto temi umanitari. Primo fra tutti quello relativo alla sorte dei bambini ucraini trasferiti con la forza in Russia. Come noto, il loro rientro a casa è una delle priorità della missione di pace fortemente voluta da papa Francesco.
A Berlino il cardinale Zuppi ha detto chiaramente di fare affidamento sul sostegno della preghiera. «Sicuramente la preghiera di tanti è un motivo ulteriore di speranza». Invitiamo anche noi a seguire con la preghiera questo importante viaggio pechinese del rappresentante del Papa. Chiedendo in particolare a Maria di sciogliere i nodi apparentemente inestricabili di un conflitto fratricida come quello che da troppo tempo insanguina l’Ucraina.