Chi di noi non l’ha mai provata, almeno una volta nella vita. È uno dei vizi capitali peggiori, una vera e propria arma affilata che ci fa male dentro.
L’invidia verso qualcuno, come se ci avesse sottratto qualcosa. Cosa fare per combattere questo vizio che agisce dentro di noi?
Invidia: un peccato subdolo
Nella vita tutti, almeno una volta, siamo passati abbiamo fatto i conti con uno dei vizi capitali più subdoli che esistano. Sì, perché sembra che non ferisca nessuno, sembra che sia qualcosa che proviamo soltanto noi e che non esterniamo. Invece è alquanto pericoloso.
Stiamo parlando dell’invidia. È uno dei 7 vizi capitali ed è, forse, uno dei peggiori, perché è stata proprio a causa dell’invidia del diavolo verso Dio e verso la sua grandezza che la morte è entrata nel mondo.
Ma, se volessimo dare una spiegazione ancora dell’invidia, spostandoci solo per un attimo dal concetto di fede, possiamo affermare che l’invidia è un’emozione secondaria per cui, in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si prova dispiacere e astio per non possedere quel bene e a volte un risentimento tale da desiderare il male di colui che ha quel bene o quella qualità. E il concetto torna con la visione cristiana.
Invidia verso qualcuno: cosa fare per non cadere più in questo brutto peccato? Come può la fede aiutarci a combatterlo?
La nostra società, purtroppo, è pienamente permeata dall’invidia: verso qualcuno, verso qualcosa che gli altri posseggono e noi no, quasi dovessimo omologarci per forza ed essere sempre tutti uguali. Davvero possiamo affermare che l’invidia è come “l’erba cattiva che non muore mai”, perché pur la si sradica e lei, puntualmente, si ripresenta.
Consigli partici per non esser invidiosi
Anche chi è cristiano ne è, anche inconsciamente, soggetto. Cosa fare per evitarla? Tanti sono stati i Santi e i Beati che hanno elargito consigli per allontanare ognuno di noi da questo peccato. Nel XVI secolo, c’è stato anche un frate, tale Fra’ Luis di Granada che questi consigli, li ha raccolti tutti in un volume, dal titolo “Guida del Peccatore”.
Un nome particolare, diremmo, ma che ha centrato nel pieno il suo bersaglio. Come descritto da Aleteia, il frate scriveva che, quando ci sentiamo assaliti da questo vizio, pensiamo e guardiamo a Gesù. Lui, quando è venuto in questo mondo, ha disprezzato ogni ricchezza, ha amato la povertà e, anche se era il Figlio di Dio, ha scelto Maria, una giovane non ricca, né regina, come sua Madre.
È nato in una mangiatoia, non nel lusso, ed è morto sulla Croce come il più cattivo dei malfattori. Lui era un Re, ma ha scelto la povertà.
L’invidia, specialmente verso qualcosa o qualcuno, ci porta proprio a questo: a desiderare, ardentemente, cose che non possediamo, a pensare degli altri cose non vere, quasi come se così, effettivamente, il nostro cuore si acquietasse. Ma non è accumulando ricchezze che avremo un posto nel Regno di Dio.
Il rimedio più efficace
Il Frate, nel suo libro di consigli, continua affermando, anche, che “per quanti beni accumuliamo, ci sarà sempre un vuoto dentro di noi”, perché manca la gioia, la felicità, l’amore, che solo Gesù ci può dare. Si: proprio Lui, il Figlio di Dio che è stato disprezzato ed invidiato anche da molti.
L’invidia è uno dei maggiori e, purtroppo, più diffusi peccati che ci siano, che possiamo combattere coltivando una vera relazione col Signore attraverso la preghiera, i Sacramenti, la Parola, e la Confessione a cui ricorrere senza perdere tempo per estirpare questo sentimento quando affiora dentro di noi e attraverso una guida spirituale risalire alla radice di questo peccato, e che cosa vuole dirci rispetto alla nostra storia di vita.