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Ho scoperto che esisti

Un soldato russo, durante la disastrosa ritirata del 1943 aveva preso dalle tasche di un suo comandante rimasto ucciso, diverse cose da restituire alla famiglia.

Fra l’altro, c’era anche un foglietto macchiato di sangue su cui erano stati scritti gli ultimi pensieri prima che si compisse il suo tragico destino.

Tali pensieri compendiano nella loro semplicità e vibrante sincerità l’essenza di una breve vita che sta per concludersi travolta dalla violenza della guerra e la folgorante certezza di aver stabilito un contatto, prima mai sentito, con l’immensità del creato e con Dio Creatore.

“Mi senti o Dio? Durante tutta la mia vita non ho mai parlato con te. Tuttavia, oggi, sì, proprio oggi ho bisogno di salutarti. Tu sai che già dalla mia più tenera infanzia non hanno cessato di ripetermi che tu non esisti. Ed io sono stato così sciocco da crederci. Stasera, quando stavo nascosto nel fosso di una granata, vidi il tuo cielo e mi sono reso conto della bellezza della creazione.

Chi avrebbe creduto che per vederti sarebbe bastato stendersi sul dorso! Solo oggi mi accorgo di questa bellezza di fronte all’Abisso che improvvisamente si apre davanti a me, di questo cielo stellato sopra di me, vedo pieno di meraviglia il suo scintillìo. Come ho potuto essere così crudelmente ingannato? Non so Signore, se tu mi tenderai la mano, credo almeno che mi comprenderai.

È un miracolo che al fondo di questo terribile inferno la luce abbia brillato e che io l’abbia intravista. Non ti dico null’altro se non la gioia di sapere che tu esisti.

A mezzanotte abbiamo ricevuto l’ordine di passare all’attacco, ma ora non ho più paura da quando ho scoperto che sei vicino. Ascolta, ecco il segnale! Bisogna purtroppo andare. Eppure sarebbe così bello rimanere qui vicino a te. Voglio dirti presto ancora questo: tu lo sai, il combattimento sarà violento! Può darsi che questa notte io batta alla tua porta, anche se non sono stato mai tuo amico.

Mi permetterai di entrare presso di te? Guarda, si direbbe che io pianga. Tu vedi cosa mi succede! È che i miei occhi si sono aperti. Perdonami, o Dio! Devo andare e certamente non ritornerò più.

Ma quale miracolo! Non ho più paura della morte!”

 

Emanuele

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