Il campione di wrestling americano Hulk Hogan ha postato sul suo profilo Instagram parole illuminanti sulla crisi sanitaria che stiamo vivendo.
Il coronavirus sta infatti mettendo in ginocchio anche gli Stati Uniti. Nel giro di venti giorni i casi si sono centuplicati, si parla di blocco dei voli interni, e a New York, epicentro del contagio e uno dei luoghi più colpiti del pianeta, si ipotizzano addirittura fosse comuni nei parchi. Dall’inizio dell’emergenza 16,6 milioni di americani hanno richiesto sussidi di disoccupazione, circa un dipendente su dieci.
Il grande campione della WWE ha così fatto il punto sulla lotta contro questo terribile male invisibile che sta sconfiggendo il mondo intero. Paragonandolo alle piaghe d’Egitto, il lottatore ha spiegato che, più che di un vaccino, dovremmo parlare con la persone che più conta a questo mondo.
“Word up, can you handle the truth my brother only love”, esordisce Hogan in inglese, spiegando che c’è una Verità che ci è stata rivelata e ci parla dell’amore infinito di Dio per l’uomo. A margine del testo, infatti, lo sportivo ha postato una foto di lui in preghiera contro una parete in cui è scritto “I am that i am”, ovvero “Io sono ciò che sono” (Esodo 3,14).
“In tre brevi mesi, proprio come ha fatto con le piaghe dell’Egitto, Dio ha portato via tutto ciò che adoriamo“, spiega il wrestler. “Dio disse: Tu vuoi adorare gli atleti, io chiuderò gli stadi. Tu vuoi adorare i musicisti, io chiuderò i Centri Civici. Tu vuoi adorare gli attori, io chiuderò i teatri.
Tu vuoi adorare i soldi, io chiudo l’economia e crolla la borsa. Non vuoi andare in chiesa e adorarmi, lo farò dove non puoi andare in chiesa. Se il mio popolo chiamato con il mio nome si umilierà, pregherà e cercherà il mio volto e si allontanerà dalle loro vie malvagie, allora ascolterò dal cielo e perdonerò il loro peccato e guarirò la loro terra“.
Hogan di lotte se ne intende, avendole affrontate in tutta la sua vita di sportivo. Forse per questa ragione ha ben chiaro a chi bisogna affidarsi per fare fronte a questa situazione terribile. Perciò, la conclusione è chiara. “Forse non abbiamo bisogno di un vaccino, forse dobbiamo prendere questo tempo di isolamento dalle distrazioni del mondo e avere un risveglio personale in cui ci concentriamo sull’UNICA cosa al mondo che conta davvero. Gesù“. Bravo campione!
Giovanni Bernardi
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