Il paramento liturgico indossato dal sacerdote nella celebrazione dei sacramenti indica la particolare missione che svolge il sacerdote nella celebrazione sacramentaria. Egli in ogni sacramento agisce non semplicemente come uomo,ma come rappresentante di Cristo e come presidente dell’azione liturgica, grazie alla speciale potestà sacra di cui è investito con il sacramento dell’Ordine.
Il parametro liturgico che il celebrante indossa pertanto indica il peculiare servizio ministeriale del sacerdote, il quale, per la grazia sacramentale non celebra a nome proprio o come delegato della propria comunità, bensì nella specifica, sacramentale identificazione col “sommo ed eterno sacerdote” che è Cristo , in persona Christi capitis ( In persona di Cristo capo) e a nome della Chiesa. E l’abito che il sacerdote indossa, gli ricorda che non può considerarsi come un “proprietario”, che liberamente dispone del testo liturgico e del sacro rito come di un suo bene peculiare , così da dargli uno stile personale e arbitrario, ma gli ricorda che sta agendo a nome di un altro, compiendo una missione che è distinta essenzialmente da quella di altri fedeli. Infatti nella Chiesa corpo mistico Cristo , non tutte le membra svolgono lo stesso compito. Questa diversità di compiti, nella celebrazione dell’Eucarestia, si manifesta esteriormente con la diversità delle vesti sacre, che perciò devono essere segno dell’ufficio proprio di ogni ministro.
Ecco i principali tipi di vesti liturgiche utilizzate dal sacerdote per la celebrazione dei Sacramenti:
L’amitto: panno bianco da applicare intorno al collo, quando il camice non copre completamente l’abito comune del sacerdote;
Il camice: veste di stoffa bianca, che è lunga sino alle caviglie e che copre completamente l’abito del sacerdote;
Il cingolo: cintura di stoffa che stringe il camice a livello dei fianchi del celebrante;
La stola; importante insegna, che è a forma di sciarpa, portata dal sacerdote e dal Vescovo sul collo: Il diacono invece la indossa di traverso sulla spalla sinistra;
La pianeta o la casula: paramento che il sacerdote celebrante indossa sopra il camice e la stola; è confezionato nei vari colori liturgici;
La cotta: sopravveste bianca, spesso ornata di pizzo, lunga fino al ginocchio, con maniche corte e larghe, da indossare sopra la talare: Viene usata anche dai ministranti, che servono all’altare (chierichetti);
Il velo omerale: panno per coprire e riparare in segno di rispetto, da portare sulle spalle, quando il sacerdote tiene l’ostensorio durante la benedizione eucaristica solenne o durante una processione o presentazione delle offerte;
Il piviale: veste liturgica usata originariamente per le processioni e in seguito anche per la Liturgia delle Ore nelle feste solenni e per la celebrazione dei Sacramenti al di fuori della M;essa e per la benedizione col Santissimo Sacramento:
I colori evidenziano il tempo liturgico e la rispettiva caratteristica particolare che la celebrazione presenta nei vari tempi liturgici. “La differenza dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, la caratteristica particolare dei misteri della Fede che vengono celebrati e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico”. Secondo il tipo e la finalità della celebrazione, i giorni e i tempi liturgici dell’anno ecclesiastico, sono prescritti per i paramenti i seguenti colori: il bianco, il rosso, il verde, il violetto, il rosaceo e il nero. In ogni periodo dell’anno liturgico, è possibile sostituire i suddetti vari colori con il colore oro, per particolari motivi di solennità.Questo è il periodo liturgico e il significato di ogni singolo colore:
Bianco: si usa nel tempo pasquale e nel tempo natalizio, nelle feste della Madonna e dei Santi non martiri. E’ il colore della gioia pasquale, della luce e della vita.
Verde: si usa nel tempo ordinario. Esprime la giovinezza della Chiesa, la ripresa di una vita nuova.
Rosso: si usa nella Domenica delle Palme, nel Venerdì Santo, nella Pentecoste, nelle feste dei Santi Martiri. Significa il dono dello Spirito Santo che rende capaci di testimoniare la propria Fede anche fino al martirio (indica anche il sangue).
Viola: si usa in Avvento, in Quaresima, nella liturgia dei defunti. Indica la speranza, l’attesa di incontrare Gesù, lo spirito di penitenza, la speranza cristiana nei momenti della sofferenza e del lutto.
Rosaceo: si usa solo nel rito romano per la terza domenica di Avvento e per la quarta domenica di Quaresima. Indica l’attesa che prepara la Solennità che s’avvicina.
Nero: si usa talvolta nei funerali e nelle celebrazioni per i defunti.
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