Teresa di Riva, guidata dall’arciprete Gerri Currò, ha organizzato il 18 luglio scorso un incontro sulla libertà religiosa negata nei vari Paesi del mondo, è intervenuto il direttore italiano di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), Massimo Ilardo. L’incontro è stato preceduto, dalla diffusione durante le novene di diversi libri pubblicati dall’Associazione di diritto pontificio.
Il direttore di Acs che era accompagnato da padre Victorien Kpoda del Burkina Faso, (ho avuto modo di fare una lunga chiacchierata ed ho potuto appurare che è un sacerdote culturalmente preparato), ha illustrato le varie iniziative promosse dall’associazione non solo in Italia ma in tutto il mondo. Seguendo le direttive spirituali del fondatore padre Werenfried van Straaten, Aiuto alla Chiesa che Soffre vuole attirare l’attenzione sui gravi problemi pastorali che affliggono i fratelli perseguitati, e si propone di venire loro incontro, sia spiritualmente che materialmente.
A cinque miliardi di persone, in varie aree geografiche del pianeta, è negata la libertà di religione. Pastori e semplici fedeli, uomini e donne, vecchi e bambini sono emarginati, esiliati, perseguitati e uccisi a causa del loro credo. I loro luoghi di culto e di preghiera sono vietati o sistematicamente violati e distrutti. Le vittime di questa intolleranza per la maggior parte sono sempre cristiani, ma anche altre religioni. Massimo Ilardo, ha dedicato la sua relazione, avvalendosi di video e immagini, alle persecuzioni in atto contro uomini e donne, religiosi, laici cristiani, soffermandosi in particolare in certe aree geografiche dove è maggiore la persecuzione e dove tuttora sono in atto, dalla Cina al Sudan, all’Egitto, dall’Iraq all’Iran, l’India fino a Cuba. Persecuzioni, violenze e rappresaglie istituzionali e sociali si abbattono, a ondate impressionanti, su vescovi e sacerdoti, suore e religiosi, su uomini e donne, vecchi e bambini, luoghi di culto e di preghiera.
Naturalmente ha cominciato dalla Nigeria, dove in questi giorni si susseguono le notizie di fedeli cristiani barbaramente trucidati alla fine delle Sante Messe, ad opera dei fondamentalisti islamici del Boko Haram. In questi giorni l’Osservatorio della Libertà religiosa, istituito dal ministero degli Esteri a Roma, guidato dal sociologo Massimo Introvigne sta operando con una serie di iniziative per fermare le stragi dei cristiani in Nigeria (600 morti nel 2012, oltre diecimila negli ultimi anni). Continuando nella sua breve panoramica, Ilardo ha citato l’episodio della donna cristiana pakistana Asia Bibi, madre di cinque figlie, messa in carcere per un sorso d’acqua, ancora oggi marcisce in una cella di 3 metri per 4. Insieme alla donna pakistana, ha ricordato il sacrificio del giovane ministro delle minoranze religiose pakistano Shahbz Bhatti, barbaramente assassinato perchè lottava contro la legge della blasfemia, in un attentato il 2 marzo 2011 a Islamabad.
Ma le restrizioni della libertà religiosa esistono anche nel “liberale” e “cristiano” Occidente, dove non si disdegna di adottare forme di restrizione o di emarginazione di fedi, religioni, credenze, più sottili e meno appariscenti di quelle elencate prima.
L’associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma in particolare i cattolici, che spesso sottovalutano con troppa indifferenza, queste persecuzioni diffuse, diffonde da diversi anni, libri, riviste, deplian e in particolare il Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo, un ottimo strumento che ogni due anni monitora tutti i Paesi del mondo documentando lo “stato di salute” della libertà religiosa. Una guida che si avvale del contributo di vari ricercatori, studiosi e giornalisti che raccolgono e mettono a disposizione informazioni, testimonianze raccolte sul campo, nel tentativo di fornire, con la massima obiettività possibile, un ampio e particolareggiato quadro sulla libertà religiosa nel mondo, dando voce a religioni, fedi e aggregazioni religiose, prescindendo da ogni giudizio di merito circa le convinzioni da esse praticate e trasmesse.
Il relatore si è augurato che attraverso questo momento di sensibilizzazione e di animazione, si riesca a dare volto e voce a singoli credenti e a comunità che patiscono e pagano la loro fede in Gesù al prezzo della vita. Adesso tocca a noi continuare l’opera, ma soprattutto devono farlo, quanti svolgono un servizio educativo, di formazione e catechistico nelle parrocchie, nelle scuole pubbliche e private, nei seminari e nelle università, non solo, ma anche gli operatori e i professionisti della comunicazione, che dovrebbero informare, aiutare a capire, offrire momenti di riflessione e di dialogo e di coinvolgimento a tutti, senza preclusioni. A questo proposito è stato presentato, per utilizzarlo, un ottimo sussidio sintetico, Perché mi perseguiti? pubblicato, l’anno scorso, da ACS e dalla casa editrice Lindau di Torino, una descrizione esemplificativa, necessariamente non esaustiva sulle varie violazioni del diritto alla libertà religiosa, sui luoghi e sui persecutori, sui testimoni e sulle vittime, limitatamente a 21 Paesi, elencati in ordine alfabetico, dove oggi le violazioni e le persecuzioni sono più diffuse, acute e crudeli.
Una nota a margine, un incontro del genere ho tentato di organizzarlo negli anni 90, non ci sono riuscito, forse i tempi non erano maturi, oggi, grazie alle nuove energie in campo lo si è potuto fare. Speriamo che si continui su questa strada.
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