Attraverso un cibo, dolce e dal nome significativo, si rievoca l’evento cruciale nella vita di Sant’Anna, tanto venerata e vicina soprattutto alle donne e alle mamme.
Il 26 luglio ricorre la memoria liturgica di Sant’Anna che viene ricordata insieme al marito Gioacchino. Entrambi non vengono mai menzionati nei testi biblici canonici, ma la loro storia narrata nei Vangeli apocrifi è nota.
Erano una coppia di sposi dal grande reciproco amore che però non avevano avuto figli ed erano ormai in età avanzata. Il loro dolore fu grande e aggravato dal fatto che all’epoca la mancanza di figli dalla mentalità comune era considerata una maledizione.
Mentre Gioacchino si ritirò in solitudine a pregare per con digiuni per quaranta giorni, Elisabetta proseguì anche a supplicare Dio di esaudire la loro richiesta di avere un figlio.
Ed è quello che accadde. Gioacchino tornò a casa, l’iconografia raffigura il suo ritorno alla porta della città, noto come “l’incontro alla porta aurea”, poi Anna rimase finalmente in attesa e nacque una bambina: la Beata Vergine Maria.
Genitori di Maria e quindi nonni di Gesù, sono adesso invocati come protettori dei nonni. Anna, il cui nome in ebraico significa “Dio ha concesso la grazia”, insieme a Gioacchino chiamarono la bimba Maria, cioè “prediletta del Signore”.
Tradizioni alimentari legate a Sant’Anna
La prima manifestazione del culto a Sant’Anna risale al 550 circa in Oriente, e poi in modo graduale si diffuse anche in Occidente in misura sempre crescente.
Per la sua storia è invocata in particolare in riferimento alla maternità, è quindi protettrice delle donne incinte e si ricorre alla sua intercessione in particolare per chiedere un parto sereno, la buona salute del figlio e avere sufficiente latte per allattarlo.
È stata da sempre una santa molto amata e venerata, per cui sono molte i modi in cui le viene reso omaggio in moltissime località.
Restando all’Italia e al cibo con cui viene festeggiata, ci sono degli alimenti e relative pietanze che le vengono associate, come i fagiolini chiamati con il suo nome in Toscana.
Si tratta di un tipo di fagiolini particolarmente sottili e molto lunghi, prodotto tipicamente estivo, che si trova appunto nel periodo della sua festa, preparati in modo semplice e gustoso secondo lo stile del mondo contadino.
In Puglia invece ci sono le ciammaruchelle, delle piccole lumache preparate attraverso un lento e laborioso procedimento e dedicate a Sant’Anna.
Le lacrime di Sant’Anna
Esiste poi anche un altro cibo che le è associato in maniera molto significativa proprio in riferimento all’evento della sua vita per cui è più conosciuta: l’attesa della maternità.
Durante i lunghi anni in cui ha desiderato portare dentro di sé un figlio ha versato certamente tante lacrime nel vedere questo desiderio a lungo non realizzato, ma anche le tante lacrime di gioia che versò quando la sua richiesta fu esaudita poi dopo tante preghiere e tante suppliche.
Sono stati perciò ideati dei dolcetti che prendono il nome appunto di Lacrime. Si tratta di un prodotto che viene preparato nel Salento, dove ha avuto origine, ma sono molto conosciuti anche in Sicilia. Sono a base di farina, zucchero e uova, vengono fritti e poi uniti a mandorle e miele.
La ricetta delle Lacrime
Il procedimento non è complicato ed è possibile realizzarle in casa con semplicità. Ecco la ricetta le cui dosi sono per 8 – 10 persone
Ingredienti
- 1 kg di farina 00
- 200 gr di zucchero
- 200 ml di strutto
- 5 bicchieri di alcool puro
- 5 tuorli d’uovo
- Il succo di un’arancia
- 300 gr di miele
- 150 gr di mandorle tostate
- 50 gr di confettini all’anice
Procedimento
Per cominciare, bisogna impastare la farina con lo zucchero e lo strutto dopo aver fatto sciogliere quest’ultimo.
Aggiungere poi all’impasto i bicchieri di alcool puro e continuare ad impastare. Quindi unire i tuorli sempre impastando e in ultimo versare il succo d’arancia e far amalgamare bene il tutto.
Dalla pasta ottenuta bisogna ricavare dei lunghi bastoncini e tagliarli a pezzettini della grandezza di una fava.
A questo punto non rimane che preparare l’olio e friggere queste piccole fave ottenute. Scolarle bene e mescolare con le mandorle tritate.
Per completare, in un tegame sciogliere a fuoco moderato il miele per qualche minuto e versare i dolcetti fritti e avvolti nelle mandorle. Rovesciare il tutto su un piatto da portata.
La parte relativa alla decorazione prevede che il composto venga sagomato nella forma voluta, che sia a mo’ di ciambella oppure formando un cuore o un fiocco. In ultimo guarnire con i confettini all’anice.