I genitori di Chiara Corbella presenti al 10° Incontro Mondiale delle Famiglie con il Papa

Papa Francesco inaugura l’atteso evento in Vaticano con una serie di incontri sorprendenti, tra cui i genitori di Chiara Corbella, e due donne fuggite da un Paese nella tribolazione.

La famiglia è la grande malata della società, quantomeno in Europa e in Occidente. Ciò che può riscattarla e salvarla sono soprattutto le testimonianze di amore familiare che nascono nella sofferenza e nella redenzione.

 

Famiglie tra Croce e Resurrezione

Un esempio mirabile è arrivato dal Festival delle Famiglie, prima tappa di un intensissimo X Incontro Mondiale delle Famiglie ormai entrato nel vivo. Un Papa entrato in Sala Nervi in carrozzella, come ormai è sua consuetudine da qualche mese.

Un Pontefice che non ha paura di mostrarsi nella sua fragilità ha incontrato cinque famiglie che, a loro volta, sono uscite allo scoperto, trovando il coraggio di toccare argomenti anche molto delicati, davanti a milioni di persone in presenza e in collegamento.

La Croce e la Resurrezione: è questo il terreno migliore in cui incontrarsi in un cammino di fede fatto non solo di parole ma, principalmente, di vita vissuta. Alcuni nomi dei laici saliti sul palco della Sala Nervi sono piuttosto noti, altri decisamente meno.

Al di là degli inevitabili risvolti drammatici, tutte le loro storie sono comunque belle, perché più che mai degne di essere raccontate. Storie che hanno fatto crescere chi le ha vissute in prima persona ma, in una certa misura, anche chi le ascolta.

Quando la violenza e la guerra non vincono

L’Incontro Mondiale delle Famiglie, nello spirito di questo pontificato e di una Chiesa che ama andare oltre i propri confini, è nel segno dell’interreligiosità. Viene allora a raccontare la sua storia Zakia, donna della Repubblica Democratica del Congo, musulmana, vedova, con tre figlie, Sofia, Lila e Miral. Suo marito era Luca Attanasio, l’ambasciatore nel Paese africano, assassinato a Goma, poco più di un anno fa.

La prima volta che le nostre figlie hanno visto il Papa, pensavano fosse un dottore”, racconta Zakia, alludendo all’abito bianco del Pontefice, ma “non avevano tutti i torti: perché il Papa è un dottore che cura le anime di tutti i cristiani, che cura sempre chi ha bisogno di conforto”.

La vedova di Attanasio racconta di come la Bibbia e il Corano hanno aiutato lei, suo marito e le loro bambine, ad “amare il prossimo”, a “fare del bene” e “mai del male”, a “rispettare gli altri”. Zakia è convinta che le sue figlie “cresceranno comunque forti, sorridenti e genuine come il loro papà. La vita può essere ingiusta, ma noi non dobbiamo e non possiamo cedere allo sconforto”.

La guerra e la violenza arreca in molte famiglie la ferita della divisione forzata: così è stato per Iryna e sua figlia diciassettenne Sofia, fuggite due mesi fa dall’Ucraina, dove è rimasto il marito.

Iryna è grata a Dio per aver messo lungo il suo difficile cammino, Pietro ed Erika, che hanno messo a disposizione delle due profughe un appartamento di loro proprietà a Roma. La coppia italiana, che ha sei figli, rimane umile e afferma di aver compiuto il gesto per “restituire gratuitamente quell’amore che gratuitamente abbiamo ricevuto dal Signore e dalla sua Chiesa”.

Genitori di una futura beata

Momento centrale dell’incontro: la testimonianza di Roberto e Anselma Corbella. Questa coppia romana non ha bisogno di presentazioni: la loro figlia è la serva di Dio, Chiara Corbella (1984-2012), che ha dato vita, a sua volta a una famiglia meravigliosa, avendo dalla sua l’esempio di due genitori straordinari.

La nostra famiglia è il dono più grande che il Signore abbia potuto farci, al suo interno si sono avvicendati momenti belli e meno belli, di grazia e di buio, ma tutto condito dall’amore vicendevole che ci ha fatto superare anche quelli difficili”, raccontano Roberto e Anselma.

Giorno dopo giorno con l’aiuto di Dio e con l’impegno di ognuno – proseguono – abbiamo costruito questa fortezza, perché la famiglia è una fortezza se l’amore è al centro”.

I coniugi Corbella raccontano dei primi due figli di Chiara, “restituiti al Padre” poco dopo la nascita e del terzo nipote, Francesco, oggi undicenne, nato quando la mamma ha già scoperto di avere un tumore alla lingua, rivelatosi poi incurabile.

Chiara era “una persona molto concreta, non scappava di fronte alle prove della vita, le affrontava con lo sguardo verso il cielo, fin da quando era bambina il suo procedere aveva sempre un fine”. Carattere forte e, al tempo stesso, dolce e rispettosa di tutti, “mai arrogante, mai impositiva, le sue idee non le imponeva ma le promuoveva, soprattutto con l’esempio”.

 

In che modo Roberto e Anselma hanno affrontato la difficile prova della morte di una figlia? “Come Maria ai piedi della croce, abbiamo accettato senza capire, ma la serenità di Chiara ci ha aperto una finestra sulla eternità e continua ancora oggi a farci luce”, concludono i genitori della Serva di Dio.

Nell’imperfezione c’è sempre la via per Dio

La sofferenza non è necessariamente legata alle malattie o alla guerra. C’è anche la difficoltà a farsi accettare nella Chiesa in quanto famiglia ‘di fatto’. È il caso di Luigi e Serena, quattro figli, che ammettono: “nel nostro particolare cammino nella Chiesa un punto fermo lo abbiamo avuto: battezzare i nostri figli”.

Oggi, però, iniziato un percorso che ha riacceso in loro una “fede sopita”, Luigi e Serena sono più che mai desiderosi di coronare il loro legame con un matrimonio in Chiesa, che sarà “non un punto di arrivo, ma un ulteriore punto di ri-partenza”.

Il piccolo ma intenso viaggio tra le famiglie incontrate da papa Francesco si conclude dov’era iniziata: nella Repubblica Democratica del Congo. Paul Balenza è musicista, diventato poi deputato nel Parlamento del suo Paese. Come rivela sua moglie Germaine il loro matrimonio è stato a un passo dal fallimento per via delle infedeltà di lui.

Inoltre, Paul “gestiva male il patrimonio familiare, era più interessato al potere che a noi”, confida la signora Balenza. Una lunga crisi, molte tentazioni e contrasti, poi “il Signore, presente nel nostro matrimonio, ha risposto al desiderio più profondo del mio cuore e lo ha salvato, dice lui. Alla fine, il perdono ha trionfato, “Dio era con noi e ci ha dato la forza”.

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