La forte testimonianza della piccola Rita che nonostante la malattia, e il parere dei medici che ora non credono ai loro occhi, continua imperterrita nella lotta, ma non da solo: a fianco ha una presenza molto speciale che la guida e sorregge.
Le sue parole hanno infatti colpito nel segno tanti che hanno incontrato la sua testimonianza.
La piccola ha raccontato in un articolo pubblicato sulla Rivista di Santa Rita e scritto dalla mamma, di avere una malattia “talmente rara” da essere “l’unica al mondo a averla”. “Visto che io sono troppo piccola, la mia mamma mi ha prestato la sua voce per raccontarvi la mia storia”, si legge con un tono simpatico nella lettera che parla tuttavia di un momento molto duro.
“Quando sono nata, il 24 maggio del 2015, sono stata la grande gioia di tutta la famiglia e soprattutto della mia sorellina Chanel Rita. I miei genitori si sono conosciuti a Cascia, durante un pellegrinaggio per visitare i luoghi di Santa Rita e anche se vivevano in due piccoli paesini della Calabria, uno accanto all’altro, si sono conosciuti sull’autobus diretto in Umbria. Si sono innamorati subito e in men che non si dica è nata mia sorella“.
Non passa molto tempo e arriva la nascita della piccola Rita, che riserva una sorpresa. “Poi sono arrivata io e con la mia micro variazione al cromosoma numero 13 ho rivoluzionato la vita di tutti loro, arricchendola però”.
Fin da piccola infatti, dai primi mesi di vita, la madre nota subito che la piccola non si comportava come le sue amichette. Il medico inizialmente disse che si trattava solamente di un po’ di “pigrizia”. Poi si è capito che Rita aveva una piccolissima variazione del cromosoma 13, che però è un fattore molto importante nella sua vita. “Mi vorrebbe paralizzata a letto, come un vegetale”. In teoria. Perché di fatto è diverso.
“Ma io? Io cammino“, continua la bellissima testimonianza. La giovane, nonostante i risultati delle analisi, riesce a contrastare questa sua condizione fisica e a superarlo. “Certo ho cominciato molto dopo i miei amichetti e solo ora comincio a parlare”, spiega. “Sì, è vero è tardi, molto più tardi della media, ma secondo la scienza non avrei dovuto parlare mai nella mia vita e pensare che non potrei nemmeno stare seduta”.
La sostanza, però, è che riesce a vivere una vita ben diversa da come le avevano indicato i medici. “Per i medici sono un caso inspiegabile, per mamma e papà sono un segno di Santa Rita, che sempre ci assiste, ci incoraggia e ci protegge. Per mamma e papà niente è strano. È tutto merito della fede”.
Ancora oggi i genitori, estremamente devoti a Santa Rita, continuano a ringraziare la santa di cui la piccola porta il nome per la sua mano estremamente determinante in tutta la vicenda. “Rita e la sua famiglia non mancano mai di far visita alla loro amica Santa Rita a Cascia, soprattutto il 22 maggio di ogni anno, per ringraziarla di tutto quello che fa per loro”, si spiega infatti nella lettera.
“Dove arrivo io, con la mia breve vita, già piena di tanti sacrifici e battaglie, arriva anche la storia di Santa Rita. Tutti, tramite la mia esperienza, apprendono la storia della mia amica Santa Rita: i medici, gli infermieri, le maestre dell’asilo, le mamme dei miei amichetti”. C’è stato un momento in cui si è capito che la mano della santa di Cascia fu fondamentale.
“Quando la mamma mi aspettava fece uno strano sogno… Sognò una statua di Santa Rita immersa in una moltitudine di gente, che le disse in dialetto calabro: Questa volta ti aiuto, la prossima volta no. Non sappiamo quale sarà la prossima volta, questa, comunque, la stiamo già vivendo“.
Oggi la bambina continua la fisioterapia ma con grande serenità, nonostante ” con grande stupore di tutti la mia malformazione è sempre lì”. “Mamma e papà sono consapevoli di questo, ma nonostante tutto sono fiduciosi che tutto andrà bene, perché io malgrado tutto faccio sempre qualche piccolo progresso. Da poco dico mamma e papà, e per la loro gioia e per la mia dico anche Santa Rita“.
Tutto questo perché “Santa Rita è la nostra amica del cuore e il suo pensiero ci sostiene in ogni difficile circostanza: le mie analisi, un cambiamento nella terapia, lei è sempre lì e noi non manchiamo mai di ringraziarla recandoci nella Basilica dove è esposto il suo corpo per ringraziarla e per ricaricarci”. Tutto questo “perché la fede è più forte di qualsiasi teoria sul corpo umano”
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