I NONNI
Mi ricordo ancora oggi le favolette che mio nonno mi raccontava quando ero piccola, molte diverse da quelle della Disney, ma sapevano di vita vera. Mi acchiappavano, mentre, in attesa del pranzo, pregustavo l’odore del sugo fatto in casa.
Vedevo il nonno che rideva di quelle storie un po’ datate, proprio lui, si abbandonava con me ad una smorfia di sorriso, dimenticando per qualche istante, la ferita al fianco che, dalla seconda guerra mondiale, non lo avrebbe mai più lasciato star bene. Una ferita profonda nel corpo, come nello spirito che portava l’amaro ricordo di un tempo di cui leggevo solo sui libri.
E’ cosi che i nonni ci trasmettono la loro eredità più grande, ci nutrono del passato che ci serve per innaffiare le nostre radici comuni e crescere verso un futuro che non vedranno con noi, purtroppo. Ci raccontano dei nostri genitori, un tempo bambini e discoli più di noi, di come la tecnologia cambia la vita e non sempre la migliora, di come si può essere felici con due vestiti, uno per la festa l’altro per i giorni normali, e un solo paio di scarpe.
Ci parlano con nostalgia delle cose che facevano a casa dopo la scuola, se a scuola avevano avuto il privilegio di andare, e non ci lasciano dimenticare che la vita oggi è privilegiata per molti, rispetto a quella di ieri, e che per tutti poi passa e resta l’amore, appreso e trasmesso, null’altro che questo.
Porteremo per sempre con noi una parte di loro, per sempre connessa alla nostra esistenza, che rivedremo indelebile anche nei tratti del viso e richiameremo alla memoria del cuore.
Conosciamo i nonni spesso al limite della loro esistenza terrena, loro vecchi noi appena venuti al mondo, e saranno i primi a farci sentire la tristezza della morte, della perdita, ma anche quelli ad aspettarci in Paradiso, quando, anche noi anziani, lasceremo questo mondo.
Ci presenteranno a Dio, come il loro vanto più grande, come siamo stati per loro sin dal nostro primo gemito di vita.
Loro, padri dei padri e madri delle madri, ci vegliano come angeli custodi, per questo hanno meritato di essere celebrati il 2 ottobre, giorno in cui già la chiesa ricordava la commemorazione dell’Angelo Custode, appunto.
Ciao, nonni, ci riabbracceremo un giorno. Non vi spaventate se intanto sarò cresciuto e invecchiato anche io!