La preghiera dei Portuali di Trieste mostra uno spaccato molto duro e doloroso, della protesta contro il Green pass a cui il governo mostra di non volere dare né comprensione né tantomeno vicinanza.
Nella preghiera si trova però la forza di andare avanti e anche La Luce di Maria pregherà con le tante famiglie, uomini e donne che sono presenti in quella piazza per chiedere il rispetto dei propri diritti di libertà.
Siamo quindi tutti invitati, famiglie di tutta Italia, ad essere collegati e pregare con i portuali di Trieste il Santo Rosario questa sera alle ore 22,00 a Trieste. Sarà presenziata da un Frate Polacco.
Il dolore e il coraggio dei Portuali di Trieste
“Sono triste perché questi sono i nostri diritti, non stiamo facendo nulla“, è una delle frasi che campeggia a partire da quel luogo, in cui la polizia ha fatto irruzione su indicazione del governo che ha voluto mostrare il pugno duro verso una protesta pacificata organizzata per chiedere innanzitutto rispetto e dignità.
Due elementi che purtroppo non sembrano al momento presenti nella volontà di reprimere le richieste del popolo che non vuole il green pass da parte delle istituzioni.
La polizia vuole sgomberarli e loro si siedono in preghiera
La polizia infatti al momento ha costituito una sorta di barriera tra uomini e mezzi in prossimità del Varco in cui si trovano i manifestanti. L’obiettivo è quello di spingere i lavoratori lontano da quel luogo, che tuttavia hanno iniziato a pregare e a invocare Maria, perché non intendono interrompere la loro protesta.
I manifestanti in tuta gialla fin da subito si sono infatti alzati in piedi al grido di libertà e hanno chiesto alle forze dell’ordine di fare un passo indietro. “Abbiamo tutti famiglia”, “vogliamo il diritto di lavorare”, sono le richieste principali che vengono avanzate dai manifestanti.
La sofferenza e le lacrime di uomini e donne per bene
Non appena infatti gli idranti si sono chiusi, i manifestanti subito sono tornati a sedersi tenendosi per mano e abbracciandosi. Uno dei lavoratori ha accusato un lieve malore nei primi momenti, e i colleghi lo hanno subito allontanato dalla folla, prima che arrivasse un’ambulanza a soccorrerlo.
Stefano Puzzer, leader della protesta, intervistato dai media presenti ha ammesso che ce la stanno mettendo tutta e ora sono lì, seduti per pregare la Madonna affinché li affianchi nella battaglia per condurli alla vittoria. Con grande sofferenza, tra le lacrime di molti di loro, padri di famiglia, pacifici e nonostante ciò decisi a non piegarsi di fronte all’imposizione del green pass, Maria di certo non farà mancare il suo appoggio e la sua presenza materna al fianco di tutti loro.
Le lacrime del leader della protesta contro il Green pass
“Sono in lacrime. Sono triste per queste persone. Stiamo pregando. Siamo tutti qui tranquilli”, ha infatti affermato Stefano Puzzer, inginocchiato insieme ad altri portuali, con cui si tiene per mano. Subito a fianco, uomini e donne che cantano accompagnati dalle chitarre, mentre davanti a loro la polizia sembra avanzare fredda e imperterrita.
LEGGI ANCHE: I portuali di Trieste mettono tutti d’accordo su un punto incontestabile
“Inginocchiamoci a terra a pregare”, è il grido e l’invito dei portuali di Trieste, davanti alla polizia che li sta sgomberando al Molo VII. Non possiamo che unirci a loro con tutto il nostro cuore e il nostro animo, facendo luce sulla forza e il coraggio di questi uomini, e sostenendoli con la nostra preghiera da lontano e tramite la rete, condividendo l’appello.
LEGGI ANCHE: “No Green pass”: la battaglia si infuoca | Un’altra importante categoria si unisce ai portuali di Trieste
“Tutta l’Italia già libera nell’elemento spirituale, sostiene i lavoratori del Porto di Trieste, così come quelli di tutti gli altri porti italiani, perché davvero il loro è un ruolo strategico importantissimo sosteniamoli con le preghiere con l’aiuto con la divulgazione e non crediate alle voci che dicono che si stanno ritirando sono più che mai convinti che la loro è divenuta la stessa missione di San Michele per la liberazione dalle tenebre, del nostro Popolo”, è quanto invece chiede l’attivista Eleonora Brigliadori.