Da tanti anni vengo a Medjugorije e per varie volte all’anno e senza dubbio qui accadono cose meravigliose… Non tanto cose che si vedono, ma cose che si vivono dentro, nel cuore, nello spirito, nell’anima. Eppure, molti, troppi pellegrini vivono questa stupenda chiamata nel modo più mondano possibile. Sì, portano il mondo in un luogo dove Dio con Maria è tutto, dove non c’è bisogno delle cose del mondo, dove vivere è accettare quello che si riceve, essere semplici, pensare solo a Maria e al suo Gesù, che lei ci indica con tutte le sue forze, con tutto il suo amore.
Giudici di sé stessi
E qui la Mamma Bella, la Gospa, ci offre mille strumenti per giungere a Gesù, primo fra tutti la confessione. Decine di sacerdoti ogni giorno dedicano ore e ore ai pellegrini, alla salvezza delle loro anime, invasi dall’amore di Cristo, pronti a fare una confessione in più e perdersi la cena che li attende alla pensione… ma ecco che a qualche pellegrino non piace quello che gli viene detto dal confessore e allora saltella ogni giorno da un confessore all’altro, perché si sente buon giudice giusto di se stesso e del prete che lo confessa. Molti che fanno così, non credono nel sacramento del perdono, non credono nell’amore di Cristo e meno che meno credono nella correzione e nel pentimento. Sicuramente non hanno intenzione di cambiare, né di seguire Gesù. Molti sono passati per questo cammino traballante. Alcuni hanno ricevuto una scossa e hanno capito e sono davvero cambiati. Altri sono rimasti fermi ai loro giudizi, alle loro idee, trasformando Dio e Maria in una magia di comodo, che, se non risponde come si vuole, allora si lascia perdere.
Altri – o forse gli stessi – li ho sentiti solo interessati ai veggenti. Vengono alle apparizioni per vedere e magari toccare la veggente o il veggente di turno. Applaudono al suo passaggio, fanno di tutto pur di ricevere uno sguardo o di sfiorare qualcosa che gli appartiene. Poi, durante l’apparizione, parlano, non si inginocchiano, disturbano le persone attorno a loro e si lamentano andando via, perché non hanno visto la Madonna. Qualcuno ha commentato: “Sono gli stessi che piangono perché Totti se ne va dal calcio attivo.”. Già… gli stessi…
Essere idolo di sé stesso
In verità, sono quelle persone che fanno di loro stessi o degli altri degli idoli e che quindi considerano Dio e la Vergine Maria solo degli strumenti, non meglio definiti, che devono essere al loro servizio…
Correggersi nell’umiltà
Sono gli stessi che avevano inviato Mosé sul Sinai a ricevere le Parole di Dio, ma che poi, stufi, hanno pensato che potevano loro costruirsi un vitello d’oro da adorare… Tradotto in parole povere: “La divinità me la costruisco io, a mia immagine e bisogno”.
Qualche giorno fa ho conosciuto una persona che aveva l’aria disperata. Alzando le spalle mi ha detto: “Io sono venuta spesso qui a Medjugorje e sempre la Madonna mi ha fatto sentire bene. Questa volta sto male, non riesco a pregare, ho attacchi di panico e non ho pace! Non verrò più qui a Medjugorije!”. Dio non è un mago. È chiaro che la nostra amantissima Mamma non può agire in chi non si lascia correggere. È ancor più evidente che è solo con l’umiltà, l’umiltà davanti a Dio, l’umiltà di riconoscere la propria miseria, la propria umana incapacità, che si può ricevere la grazia, e non con la pretesa, la rabbia e senza chiedere perdono.
Non funziona…
Noi cadiamo nel peccato. Noi siamo gli autori dei nostri mali. Noi ci ripieghiamo sulle situazioni dolorose o complicate fino al punto di convincerci che dobbiamo fare qualcosa e che, se non ci riusciamo noi, allora siamo delle povere vittime che Dio “deve” liberare, se ci ama davvero… Non funziona così! Non funziona rendendo i nostri problemi i nostri idoli, ossia ciò che dirige la nostra vita, ciò su cui concentriamo tutte le nostre forze.
L’insegnamento di Gesù
Gesù, e tutte le Scritture, ci insegnano qualcosa di molto semplice, se si vive nell’amore di Dio, molto difficile se si vive nel mondo e con il mondo e per il mondo… Gesù ci insegna che se accettiamo la nostra pochezza, nel senso dei nostri limiti umani, come peccatori e come figli di Dio Amore e Creatore, e se in questo amiamo e crediamo con tutto noi stessi, allora tutto concorre al bene – come dice San Paolo (Rm8,28) -, tutto diventa sopportabile con gioia, pace e amore vero. Provare per credere! Ed è infinitamente più facile rinunciare al nostro io e vivere nel Signore, con Lui e per Lui insieme a Maria, che continuare a lottare contro tutto, contro il male che solo Dio può sconfiggere e contro noi stessi, cercando allo stesso tempo di salvare noi stessi, il nostro io invadente.
La preghiera offerta a Dio
Molti chiedono preghiere come chiedere dei mantra magici, ma nulla offrono con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutto il cuore al Dio meraviglioso che li ha creati con amore e per amore. Le preghiere sono un sostegno che si chiede ai fratelli, perché la soluzione sta sempre nella nostra apertura alla grazia, sia essa per essere guariti o per aver la forza di affrontare ciò che il Signore permette… per amore. Molti pregano e non ascoltano la voce di Dio. Ricordiamoci il primo comandamento: “Ascolta Israele! Io sono il Signore, tuo Dio, non avrai altri dei all’infuori di me!”. E Gesù ci conferma il più grande di tutti i comandamenti: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Amerai il prossimo tuo come te stesso.”.
Preghiamo
Mio Dio, che ci hai creati per amore, non interrompere la Tua opera in noi! Abbi pietà e nella Tua infinita misericordia donaci di conoscere la Tua grazia per affrontare ogni cosa che, nella Tua giustizia, permetti nella nostra vita. Donaci di riconoscere ogni peccato, anche il più piccolo e di avere il più grande e profondo pentimento per i nostri peccati e per quelli del mondo intero. Maria, Mamma Bella, insegnaci ad offrire, insieme a Gesù, noi stessi al Padre ed essere a Lui consacrati per mezzo del tuo cuore immacolato. Amen.
Shamaysan