Il programma Mediaset ‘Le Iene‘ ha spesso offerto una visione della vita in aperto contrasto con quella della Chiesa, senza contare le volte in cui ha difeso la validità di metodi di cura (o la pericolosità di altri) senza averne la minima prova concreta (qualcuno ha pensato al metodo stamina?). Eppure non tutti i servizi sono pura finzione, fini a se stessi o contrari agli insegnamenti della Chiesa, una tendenza quest’ultima che potrebbe essere incrementata con la presenza tra gli inviati di Giovanni Scifoni.
Conosciuto dai più per le sue partecipazioni in serie tv di successo come ‘Squadra Antimafia‘ e ‘Un medico in famiglia‘, Giovanni Scifoni ha lavorato per anni per ‘Tv2000‘, la rete ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Nell’emittente cattolica Scifoni si occupava di curare una rubrica sulla vita dei Santi, una vera e propria passione che il nuovo inviato de ‘Le Iene’ continua a manifestare quotidianamente pubblicando dei video sulla propria pagina Facebook in cui parla del Santo del giorno.
Il primo servizio di Giovanni Scifoni mandato in onda a ‘Le Iene’ era un’intervista a vari rappresentanti della Lega in cui l’inviato chiedeva loro come potesse convivere il loro giuramento sui valori del Vangelo con le politiche migratorie applicate in questo periodo. Il servizio, però, ha ricevuto molte critiche proprio da chi si dichiara cattolico e sposa la tesi del ministro dell’Interno sulle questioni di sicurezza, sostenendo che il servizio facesse emergere una versione di parte della politica migratoria attuale.
Scifoni si è visto dunque costretto a rispondere alle critiche scrivendo: “Sapevo di scontentare molte persone con questo servizio, ma ho pensato ugualmente di farlo, perché credo che stiamo correndo un pericolo: stiamo perdendo la nostra capacità di immedesimazione, e senza immedesimazione non c’è carità”, spiega la nuova Iena che poi aggiunge: “È in atto un’inversione di percezione della realtà, respingere i migranti è agire con buon senso e ragionevolezza, accoglierli o preoccuparsi per gente disperata o semplicemente immedesimarsi in loro è moralismo buonista. Il buon samaritano è percepito come un buonista. Ritengo che in democrazia i partiti politici abbiano la libertà di proporre qualunque visione della realtà, la lega ha tutto il diritto di dire ciò che vuole, ma non nel nome di Cristo, se lo fai io ti contesto”.
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Luca Scapatello
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