Nella Parola a “caso” di oggi, San Paolo esprime il suo grande timore per le pratiche ascetiche, che rischiavano di spalancare di nuovo le porte, alle forze spirituali contrarie a Cristo.
Il caffè richiama un’abitudine quotidiana che ci accomuna un pò tutti, una buona tazzina calda col suo buon aromatizzata, ci dà quell’input per iniziare meglio un nuovo giorno.
Per tantissimi di noi, tra cui la sottoscritta, è un’abitudine irrinunciabile a casa o al bar in compagnia, e occasione per incontrare amici, conoscenti, colleghi.
Esattamente quello che dovrebbe essere la Parola di Dio per noi, un appuntamento a cui non possiamo rinunciare, per scoprire in essa l’opportunità per un incontro davvero imperdibile col Signore.
Ogni giorno, dopo aver pregato, perché non è un gioco né tanto meno un atto scaramantico, leggiamo una Parola aperta “a caso”, ma sappiamo che nelle cose di Dio, il caso non esiste, e che ogni sua Parola ci parla e vuol dire qualcosa proprio a noi, adesso.
La sua Parola è luce ai nostri passi, spesso ripeto queste parole di San Paolo nella Lettera agli Ebrei cap 4,12, perché mi piace tantissimo:
“Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”.
Nessuno dunque vi condanni più in fatto di cibo o di bevanda, o riguardo a feste, a noviluni e a sabati: tutte cose queste che sono ombra delle future; ma la realtà invece è Cristo! (Colossesi 2:16-17)
La Parola estratta oggi “a caso” narra di quando San Paolo si rivolgeva ai credenti di Colosse, antica città della Frigia in Asia, dove si trovava per predicare. Il suo grande timore era che le pratiche ascetiche, a cui alcuni volevano assoggettare i credenti di Colosse, spalancassero di nuovo le porte, alle forze spirituali contrarie a Cristo.
Questa parola inoltre ci fa riflettere su un atteggiamento diffuso ancora oggi, da parte di persone convinte che la vita cristiana sia associata a uno stile di vita fatto di privazioni volontarie di ogni genere, per rendersi più graditi a Dio e agli occhi degli altri. Invece le pratiche non sono qualcosa di esteriore fine a se stesso, ma occasione di crescita in Cristo, se fatte con e per amore suo.
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