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Il cardinal Müller bacchetta i vescovi tedeschi

Il Papa e il cardinal Müller

Chiesa controversa la Chiesa tedesca : il cardinal Müller costretto a bacchettare i vescovi tedeschi.

La Chiesa cattolica è senza dubbio la più bella istituzione del mondo. E la sua bellezza risiede in primis nella meravigliosa vita dei suoi elementi migliori, i santi. Ma anche la sua dottrina è splendida e si pone come un Codice di verità per il mondo intero. Un Codice perenne, universale, perfettissimo, divino: poiché frutto dell’amore di Dio per gli uomini. Senza l’amore di Dio non avremmo la creazione, senza l’amore di Dio per noi non avremmo i 10 comandamenti, e senza il suo amore non avremmo la famiglia monogamica indissolubile, il sacerdozio cattolico, la vita consacrata, il monachesimo… Tutti doni di incomparabile bellezza e di assoluta valenza storica e culturale (cf. Louis de Wohl, Fondata sulla pietra. Una storia della Chiesa cattolica, Bur, 2016).

Se i popoli, le società e gli Stati, se le famiglie ed anche i singoli cittadini, si mettessero in attento ascolto del messaggio sovrannaturale della Chiesa, i grandi mali dell’umanità sarebbero se non risolti, almeno potenzialmente annichiliti e addomesticati. La storia della Chiesa e i frutti della Chiesa nel mondo intero dimostrano quanto sopra in ogni campo dell’umano scibile: nell’arte, nella liturgia (che è l’arte della preghiera), nella cultura, nelle incalcolabili opere di misericordia, corporale e spirituale (cf. G.K. Chesterton, La Chiesa cattolica. Dove tutte le verità si danno appuntamento, Lindau, 2015).

Purtroppo, o per fortuna, la zizzania non manca mai. Essa è un male perché causa e frutto di peccato. Ma è anche un bene perché Dio attraverso il male prova gli eletti, dimostra la libertà dell’uomo all’uomo stesso, promuove dei beni che non ci sarebbero, senza i mali correlativi: come non ci sarebbe la virtù del martire senza il vizio del persecutore, o la virtù della pazienza senza il male del patire, o la virtù della scienza senza il gran male dell’ignoranza (cf. J. Tissot, L’arte di trarre profitto dai nostri peccati, Chirico, 2012).

Da sempre, come aveva profetizzato il Maestro, il buon grano è mischiato con il cattivo, e i figli di Dio lottando contro i figli delle tenebre, i quali a volti invadono ed occupano posti di tutto rilievo nella Comunità di Cristo (come Giuda Iscariota che fu prete, vescovo, apostolo e in qualche modo cardinale).

L’episcopato tedesco vive oggi uno scontro serrato su tutti i temi dell’attualità politica ed ecclesiale come il matrimonio indissolubile o ad tempus, le cosiddette nozze gay, l’ipotetico sacerdozio femminile, l’abolizione ufficiale del celibato per il clero, la comunione da distribuire ai divorziati risposati e ai cristiani non cattolici, etc.

Vi sono così, incredibile ma vero, due chiese de facto nella stessa Chiesa cattolica tedesca (de jure), con le proprie rispettive dottrine, con divergenti punti di riferimento e con dei principi e dogmi sempre meno conciliabili. In un certo senso, la Chiesa tedesca oggi è bicipite. C’è la chiesa di Karl Rahner (e seguaci, come Hans Küng per esempio) e la Chiesa di Ratzinger (con dei discepoli come Gerhard Müller).

The Catholic World Report ha intervistato il 26 giugno scorso un autorevole rappresentante della Chiesa di Ratzinger, il Prefetto emerito della Congregazione per Dottrina della fede, mons. Gerhard Müller. E Müller non si è nascosto dietro un dito, né ha taciuto la situazione drammatica in cui si trovano i cattolici tedeschi.

“Un gruppo di vescovi tedeschi con in testa il loro presidente [il card. Reinhard Marx] si vedono come quelli che definiscono il trend della Chiesa cattolica in marcia verso la modernità. Costoro considerano la laicizzazione e la scristianizzazione dell’Europa come uno sviluppo irreversibile. Per questa ragione, la Nuova Evangelizzazione – il programma di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI – è ai loro occhi una battaglia contro il corso oggettivo della storia, che assomiglia alla lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento”.

Secondo noi qui c’è un’accusa di fondo e non una semplice critica quale ci può e infondo ci deve essere, a fin di bene, tra membri della stessa Chiesa e del medesimo Episcopato. Qui Müller ha smesso di scherzare, e mette il dito nella piaga, e la piaga è giù purulenta. Una parte importante dei vescovi tedeschi – ma si potrebbe supporre anche dei vescovi di altre nazioni – vuole una Chiesa e una religione riveduta e corretta dalla Modernità, una religione che va a braccetto con la contemporaneità politica e culturale.

Ma una istituzione del genere che senso avrebbe? Se la Parola di Dio va cambiata, riletta e in parte depotenziata alla luce delle conquiste di un’epoca storica, a volte conquiste per modo di dire, questa Parola diviene implicitamente una parola con la p minuscola, una parola umana, destinata per forza di cose a perdersi nel mare delle parole insensate che il vento porta via con sé…

Secondo Müller, questi vescovi progressisti e neo-modernisti sono convinti che “tutte le dottrine della fede che si oppongono alla corrente dominante, al consenso sociale, debbono essere riformate”. Ma perfino un ateo potrebbe capire che una istituzione religiosa, i cui responsabili vogliono cambiare i principi religiosi fondamentali, per ragioni di rispettabilità politica e mondana, non può essere sensata e ispirata dall’Alto.

Essere al rimorchio dei tempi e del politicamente corretto è il modo migliore per tradire il Mandato di Cristo. Il Signore vuole certamente che la Chiesa sia al servizio dell’uomo (tutto intero, anima e corpo) e dell’umanità senza eccezioni. Ma servire l’uomo non significa accettare tutte le idee e i capricci dell’uomo stesso, e per fare del bene al prossimo a volte bisogna fargli del male. Ovvero: dirgli la verità (che può far soffrire), cercare di indirizzarlo al bene (per allontanarlo dal male che lo attanaglia), elevarlo (mentre tende verso il basso), spronarlo alla completa conversione di vita e dei costumi, il che richiede sacrificio, dolore, umiltà, penitenza…

“La verità della Rivelazione e della professione della fede cattolica non è che una variabile all’interno della politica del potere ecclesiale”: così, secondo un cardinale teologo, che ha ricoperto l’incarico sommo di proteggere la fede del gregge, sembrano pensare moltissimi cattolici…

La conclusione di Müller è però dinamica, ottimista e piena di slancio apostolico. Dice: “La logica del Vangelo è rivoluzionaria in un mondo di consumismo e di narcisismo”. Guai in effetti a farsi irretire nelle maglie dorate del consumismo, dell’edonismo, del pansessualismo: abbagliati da falsi miraggi di salvezza o di felicità a basso costo, avremmo buttato a mare la coscienza, la virtù e la stessa vita eterna.

Fabrizio Cannone

 

Armando

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