Non sarà insegnata alcuna teoria gender a scuola. E chi continua a sostenerlo rischia di vedersela con la giustizia.
Non saranno certo le sue minacce a farci indetrieggiare nella nostra campagna di sensibilizzazione contro l’introduzione delle teorie Gender nella scuola .
Queste, in succo, le sconcertanti dichiarazioni rilasciate a Radio24 dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e riportate dal Corriere della sera.
«Chi ha parlato e continua a parlare di “teoria gender” in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola compie una truffa culturale e voglio dire con chiarezza che ci tuteleremo con gli strumenti adeguati», ha detto il ministro. Che, sollecitato dal giornalista, che si è chiesto se davvero si sta muovendo in tale direzione, ha rincarato la dose: «Eh beh, sì, perché facciamo chiarezza con circolari e in altri modi, ma se ciò non dovesse bastare credo che ci sia una responsabilità irrinunciabile di passare anche a strumenti legali».
E, come se questa violenza verbale non bastasse, la Giannini ha anche aggiunto un minaccioso appello alla Chiesa e ai cattolici, augurandosi vi sia un ravvedimento immediato in tutti coloro che ritengono sia presente la teoria gender nella “Buona Scuola”.
Parole, quelle del titolare del dicastero di viale Trastevere, inaccettabili e che destano tristi presagi sul nostro prossimo futuro. Forse è davvero molto vicina l’epoca in cui pure in Italia si verrà perseguitati per difendere le proprie opinioni e la propria libertà di coscienza. La Giannini si sta forse preparando ad assumere la dirigenza di un Ministero della Verità di orwelliana memoria?
Il ministro ha inviato a tutti i dirigenti scolastici una circolare in cui risponde a tutte le polemiche, a suo dire“pretestuose“, fatte in questi mesi da molte associazioni.
«L’articolo 16 – ha insistito la Giannini – introduce un principio sacrosanto che non ha nulla a che fare con la teoria gender. È un principio che esplicita dei criteri di sensibilizzazione all’educazione alla parità tra i sessi, quello femminile e quello maschile, perché la nostra società deve fare dei passi avanti su questo fronte, e per prevenire la violenza di genere e l’omofobia». E cosa significa che la nostra società deve fare passi avanti? Che intende il signor ministro? A noi non sembra vi siano discriminazioni in atto. Ma soprattutto: perché parla di “genere” e non di “sesso” il documento in questione e tutti i documenti da esso richiamati?
In pratica, stando alla Giannini, il milione di persone scese in piazza San Giovanni lo scorso 20 giugno è solo un branco di esagitati, malinformati e falsari, tutti da denunciare.
In merito alla circolare, è intervenuto anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, che sul suo profilo Facebook ha scritto: «Gender? Strane pratiche? Paure? Sono parole che hanno a che fare con tempi bui e concezioni medievali. Le nostre parole sono tolleranza, rispetto, diritti, inclusione delle diversità, conoscenza, consapevolezza, autodeterminazione. Sono le parole di donne e uomini che dovranno affrontare sfide epocali in un millennio in cambiamento riflettendo su di sé e sugli altri». E ha sottolineato che la nota esplicativa inviata alle scuole «è un ulteriore chiarimento ai docenti, ai dirigenti e alle famiglie su quel che la scuola fa e dovrà fare per ilcontrasto a ogni forma di discriminazione. È un percorso legislativo che va nella direzione di una maggiore consapevolezza e conoscenza dei diritti e dei doveri della persona, per crescere individui e cittadini sani, consapevoli e rispettosi». Il sottosegretario ha infine annunciato che a breve si costituirà un tavolo tecnico sulle tematiche relative al comma 16 della 107, coinvolgendo esperti, pedagoghi, rappresentanti di associazioni, per elaborare le linee guida da fornire alle scuole». E vedremo cosa ne uscirà fuori e chi saranno questi “esperti”.
Tutto ciò è molto grave. Le intimidazioni sono degne dei totalitarismi più o meno striscianti.
Sappiamo bene – e lo abbiamo dimostrato tante volte – che il comma 16 dell’art. 1 della legge 107 sulla “Buona Scuola” apre all’indottrinamento gender nelle aule scolastiche. Indottrinamento di cui, ben prima della riforma, si sono avuti molti casi. Lo abbiamo detto e lo ripeteremo ancora, senza stancarci, mettendo in guardia i genitori e invitandoli a vigilare sui loro figli. D’altra parte, abbiamo sempre detto anche che non bisogna cedere ad isterismi o allarmismi ingiustificati, perché, in virtù dell’autonomia scolastica, molto dipende dai presidi e dagli insegnanti. La nostra, ci permettiamo di rilevarlo, è una posizione equilibrata e di buon senso.
Pertanto, non saranno le minacce del ministro Giannini a spaventarci e a farci retrocedere dal nostro lavoro. Che è quello di proteggere i più indifesi.
Redazione
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