Santa Madre Teresa di Calcutta dovrebbe essere una figura in grado di unire le sensibilità più diverse. Invece no. A San Benedetto del Tronto, permangono nella società civile inclinazioni ideologicamente orientate al punto da non ritenere gradita nemmeno la presenza di una statua della santa nel Comune marchigiano.
La strana vicenda che vede protagonista una statua di Madre Teresa di Calcutta in un Comune del Centro Italia.
Decisione all’unanimità
La collocazione della statua era stata disposta all’unanimità dal Consiglio Comunale nel settembre 2021, poco prima delle elezioni e dello scioglimento dell’assemblea. La decisione era stata poi confermata dal Consiglio durante il successivo mandato, nonostante il cambiamento di maggioranza.
La statua, alta 2 metri e 30 (3 metri, se si aggiunge il basamento) sarà collocata nel giardino “Madre Teresa di Calcutta” all’incrocio tra Togliatti e viale dello Sport. L’opera è stata finanziata dall’associazione “Albanesi di San Benedetto del Tronto”, a costo zero per il Comune che ha soltanto dato l’autorizzazione.
Nei mesi successivi, tutto era filato liscio e l’inaugurazione del monumento si prospettava come evento tanto scontato quanto atteso dalla cittadinanza. A scuotere le acque, è stato, improvvisamente, un flash mob del collettivo femminista “Liberɘ tuttɘ”, che contestava il profilo stesso di Madre Teresa, in primo luogo in quanto anti-abortista.
La protesta sembrava destinata a limitarsi al folklore e a non avere alcuna conseguenza istituzionale. Se non che, stimolata dai malumori delle femministe, l’assessore con delega alle Pari Opportunità e all’Inclusione Sociale, Lina Lazzari, ha espresso un curioso distinguo.
“Posizionare la statua di Madre Teresa di Calcutta non mia visto del tutto convinta”, ha dichiarato l’assessore. “Continuerò non solo a parlare di diritti delle donne ma anche a difenderli e ad attivarmi per garantirli”, ha aggiunto, con riferimento alla sua storica militanza femminista.
“Ho votato la 194 e non mi spoglio certo delle mie convinzioni nello svolgere il mio ruolo”. L’assessore Lazzari si è detta favorevole a uno “Stato laico”, in cui “tra politica e religione, tra diritto e morale, non c’è reciproca ingerenza”.
Cattolici sorpresi e delusi
Le femministe di “Liberɘ tuttɘ” avevano sollevato l’interrogativo: “Che senso ha ‘festeggiare’ la donna l’8 marzo quando poi viene eretta la statua di una figura controversa e avversa all’autodeterminazione delle esistenze e dei corpi?”.
Tanto era bastato per indurre l’assessore Lazzari a manifestare la propria contrarietà personale all’inaugurazione del monumento, pur avendolo avallato in qualità di funzionario istituzionale.
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Le dichiarazioni della Lazzari non erano sfuggite a Nicola Rosetti, giornalista di una testata locale, che sul suo profilo Facebook, aveva espresso un punto di vista, condiviso da molti cattolici: “La laicità, così come è concepita nel nostro ordinamento, è l’esatto contrario di quanto espresso dall’Assessore alla Cultura di San Benedetto del Tronto Lina Lazzari: proprio perché lo Stato è laico esso è inclusivo verso tutte le religioni e dunque il collocamento di una statua di Madre Teresa di Calcutta nel tessuto urbano non dovrebbe costituire alcun problema per la laicità dello Stato, anzi, ne dovrebbe essere la sua concreta espressione”, ha scritto Rosetti.
“Il fatto che l’Assessore abbia associato tout court la figura della religiosa albanese – che è stata in vita vicino ai più poveri, ai malati di aids, a coloro di cui nessuno si faceva carico – a questioni come aborto e laicità lascia basiti”, ha aggiunto il giornalista, auspicando le dimissioni dell’assessore Lazzari.
Il post di Rosetti è diventato immediatamente virale, suscitando un certo vespaio sui social, in particolare tra i cattolici, indispettiti dalle parole dell’assessore Lazzari, che successivamente ha avuto una telefonata di chiarimento con il giornalista.
“Ringrazio l’Assessore Lina Lazzari – le parole di Rosetti – per avere avuto la delicatezza e la cortesia di chiamarmi telefonicamente per chiarire quanto emerso sulla stampa locale in questi giorni. L’Assessore mi ha spiegato che la sua presa di posizione affonda in ragioni di natura esclusivamente amministrativa, senza coinvolgere in nessun modo la questione relativa all’esposizione di simboli religiosi in ambito pubblico o a riserve sulla figura di Madre Teresa”.
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Visione riduttiva di una grande donna
Una vicenda “a lieto fine” e senza serie ricadute istituzionali. Rimangono però sul tavolo alcune perplessità sul piano politico e dell’opinione pubblica.
In primo luogo, è impossibile ignorare il fatto che la protesta di gruppo femminista, peraltro espressione di un segmento minoritario della popolazione, possa condizionare o addirittura orientare così tanto le dichiarazioni e le decisioni.
Pur senza aver pregiudicato l’inaugurazione della statua di Madre Teresa, l’assessore Lazzari, per il ruolo che ricopre e in forza delle sue parole, può avere in qualche modo avuto un effetto “pedagogico” sulla popolazione.
Il risvolto più importante di questa storia, però, è un altro: il riduzionismo intorno a una figura come quella di Madre Teresa che, non necessariamente deve piacere a tutti – siamo in uno Stato laico – ma che, oggettivamente, è fuori dal comune e merita attenzione.
Di certo, ricordare Madre Teresa di Calcutta, soltanto per le sue idee sull’aborto – che pure noi riteniamo assolutamente condivisibili – tacendo su tutto ciò che ha fatto e su tutto ciò che ha rappresentato è una grave ingiustizia nei confronti di una grande donna, prima ancora che una grande santa.
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