Di fronte alla crisi che investiva il loro convento, questi frati non si danno per sconfitti ma anzi si sono rimboccati le maniche per cambiare la situazione e trovare una soluzione alternativa.
Una vicenda che è anche una grande testimonianza di come l’amore e la perseveranza possono cambiare il corso degli eventi.
Il convento San Daniele dell’Ordine dei Frati Minori, che si trova in Veneto, nella provincia di Vicenza, precisamente nel comune di Lonigo, era investito da forti difficoltà. Da tempo infatti si era cominciato a parlare di una fine quasi certa per il convento, e molto triste, quella cioè di una chiusura.
Una previsione che non faceva stare per niente sereni i frati che vivono all’interno di quel luogo che per loro è molto più di una casa, ma lo strumento attraverso cui le loro vite incrociano la presenza fisica del Signore ogni giorno, come la loro vocazione li ha chiamati.
Così tre degli undici che vivono all’interno hanno avuto una vera e propria illuminazione. Loro sono fra Alessio, 46 anni, napoletano, fra Sandro, di 42, torinese e fra Flavio, di 55, l’artista del gruppo.
Un’intervento nella crisi più profonda che ha permesso di fermare la nefasta decisione che era stata presa. Quella cioè di inserire il convento nel piano di chiusure voluto dalla riforma provinciale dell’ordine religioso. Le loro iniziative hanno infatti cambiato il corso degli eventi.
Come racconta Antonio Gregolin del Giornale di Vicenza, i frati hanno deciso nero su bianco di aprire le porte del convento verso l’esterno, proprio nello stile di Chiesa in uscita voluto dal Papa stesso. Lo hanno fatto in un primo momento attraverso lo strumento dei social network.
Attraverso i canali Facebook e Twitter, infatti, senza contare le liturgiche su YouTube, i religiosi hanno allargato la famiglia conventuale a tutti gli utenti della rete, rendendo il loro convento una vera e propria piazza di fede e spiritualità per tutti, dove seguire le preghiere scandite dai frati durante la giornata.
Non bastasse, però, sono anche scesi nella mensa e hanno deciso di rivoluzionare tutto, facendone nientemeno che una pizzeria. Con un nome piuttosto suggestivo: “La Porziuncola”.
Non una semplice locanda però, ma un vero e proprio punto di incontro con il prossimo in cui confrontarsi e dialogare apertamente di qualsiasi argomento, anche della propria vita. Magari gustando pizze speciali come la speciale “pizza dei frati”.
Poi hanno preso l’ormai ex refettorio e lo hanno fatto diventare un RistoBar, in cui oggi opera la cooperativa sociale rinominata “Perfetta Letizia”, che si spende per i più deboli e bisognosi del territorio. E ancora, hanno creato la Casa di accoglienza “Osmolwski” che ora accompagna le famiglie e le donne in difficoltà offrendo accoglienza e sicurezza.
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La fattoria dei frati ha ripreso splendidamente vita, diventando un ambiente didattico, la “Laudato sì”. E hanno installato “Casa Tau”, un punto di informazione e assistenza ai pellegrini gestito da volontari.
La lista non finisce qui, ci sono ancora la rivista “I Gigli di Sant’Antonio”, l’Istituto professionale Dieffe e il Cfp Scuola di ristorazione, gli incontri del Gi.Fra., cioè la Gioventù Francescana, e la “Mensa Paupertatis”. Da ultimo, un campo sportivo per i ragazzi.
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Insomma, da convento sulla via della chiusura, i tre religiosi hanno compiuto un vero e proprio miracolo, fatto di ottomila metri quadrati in cui attraverso la socialità e accoglienza si vive la Parola nella maniera migliore, insieme. Certo, a primo impatto l’idea che un monastero possa diventare una pizzeria sembra suggerire che si tratta dell’ennesimo triste esito di un tempo molto duro per la fede, come quello che purtroppo oggi si sta vivendo.
Eppure lo Spirito del Signore si manifesta in coloro che hanno fede in Lui attraverso vie spesso inattese, che spiazzano. Di fatto, il convento che stava giungendo a fine certa ora è stato salvato, e possiede anche una vita fatta di attività di natura sociale, e allo stesso tempo anche religiosa, come la preghiera dei frati che continua costantemente e anche via social.
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La speranza è quindi che da queste iniziative possa sbocciare anche una nuova e fervente opera di evangelizzazione, che avvicini tanti giovani che magari sono attratti, in un primo momento, dalla pizzeria, a passare al Nutrimento vero, quello dell’amore di Cristo che la vita dei frati stessi testimonia. Così veramente si avrà la Grazia di vivere il profumo di Dio.
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