La croce: il simbolo del cristiano, un simbolo di dolore e sofferenza, che però Gesù ha trasformato in un simbolo di vittoria e gloria, dandogli così un nuovo valore.
Tanti sono i devoti alla Croce di Cristo, ma ci siamo mai domandati se il cristiano dà il vero valore alla croce?
Dal legno della croce, Gesù, perdonando coloro che gli stavano facendo del male, ha perdonato l’intera umanità liberandola dalla morte e dal peccato. La croce che, con Gesù, passa dall’essere segno di dolore e di supplizio, a simbolo di luce e di gloria.
Tanti sono i Santi devoti alla Croce e, in molte rappresentazioni ed immagini sacre, vengono affiancati ad essa. Da chi ha subito lo stesso martirio di Cristo sulla Croce, come San Pietro e Sant’Andrea, a chi invece ne era completamente attratto tanto da esser rappresentata inginocchiata (quasi in estasi) in preghiera davanti a lei, come ad esempio Santa Rita da Cascia.
Ma, in epoca rinascimentale, non solo i Santi erano raffigurati con la croce o accanto alla croce. Se prendiamo la “Pala di Brera di Piero della Francesca”: qui è rappresentato, secondo l’immaginario dell’artista, accanto ad altri personaggi della corte di Federico da Montefeltro, un San Francesco d’Assisi completamente diverso da come lo vediamo in altri dipinti.
Un San Francesco, potremmo definire, “nobile”, senza barba ma che, soprattutto, ha in mano una croce…non di legno, ma di cristallo. San Francesco porge questa croce a tutti, a partire dallo stesso Federico da Montefeltro, anche li rappresentato nel dipinto. Un invito che il Santo d’Assisi fa a tutti l’umanità, indistintamente dal grado sociale: guardare alla croce di Crosto, come fosse la roccia sul quale fondare la nostra vita e dalla quale scaturisce la luce di cui abbiamo bisogno.
E lo stesso Federico da Montefeltro quasi si china davanti a lei perché sa che, da lì, potrà carpirne i segreti di un governo ispirato.
Ma la croce, abbiamo detto, è segno e simbolo, non solo di salvezza, ma anche di vita. E chi mai avrebbe potuto immaginare che c’è anche una proteina fibrosa che ha una forma a croce molto particolare. Stiamo parlando della “laminina”. Essa è contenuta nella matrice extracellulare, svolge funzioni principalmente adesive, favorendo il congiungimento delle cellule epiteliali con la lamina basale.
In termini semplici, “tiene insieme tutta la struttura delle cellule che compongono il corpo degli esseri umani”. Tanto che, dai più (anche dai teologici) è conosciuta come “la colla di Dio”.
Nella sua rappresentazione grafica, la laminina ha una forma a croce latina. Questo ci fa pensare che il segno della croce è presente davvero in ogni ambito: dalla costruzione dell’albero di una nave, ad un dipinto, alla struttura architettonica di una chiesa, fino alla medicina.
La croce, poi, nel nostro organismo funge da collante ed è rappresentata, anche, con una forma luminosa. Tutto questo per farci arrivare a cosa? Che Cristo è indispensabile per noi, e l’abbiamo potuto osservare attraverso questi due semplici esempi.
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Senza Cristo non possiamo vivere (la sua “colla” unisce ogni singola nostra cellula e, senza essa, noi non saremmo nulla); senza Cristo, la sua Parola e il suo esempio, non saremmo capaci di prendere le giuste decisioni e scelte per la nostra vita (vedi il caso di Federico da Montefeltro).
Guardare a Cristo, guardare alla sua Croce, come alla stella che ci guida.
Fonte: avvenire.it
ROSALIA GIGLIANO
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