Il forte messaggio che Gesù consegnò a suor Menendes
Nel corso della sua breve vita, Suor Josefa Menendes (morta nel 1923 a soli 33 anni) ha avuto l’onore/onere di ricevere dei messaggi da Gesù. Durante tutta la sua vita in pochi credettero che la monaca fosse benedetta dai messaggi di Nostro Signore e così è stato anche per i 15 anni successivi alla sua morte. Poi però, le voci sui favori ottenuti attraverso di lei hanno fatto interessare la Chiesa ai messaggi contenuti nel suo diario e dopo le dovute conferme è stata presa la decisione di rendere pubblici i messaggi che Gesù consegnò a questa sua umile serva.
Oggi questi scritti rappresentano un messaggio di speranza, una fonte d’ispirazione ed un appiglio per molti fedeli. Si tratta di messaggi nel quale Gesù comunica il suo dispiacere per lo scetticismo di molti nei suoi confronti, ma al contempo in cui ripete la grandezza del suo amore nei confronti dell’essere umano e la sua intenzione ferma di offrire la salvezza a tutti. Di seguito, dunque, ve ne riporteremo qualcuno affinché possano essere un utile mezzo di riflessione su Dio e sulla vita.
I messaggi di Gesù a Suor Menendes
Ecco i primi tre messaggi che la suora trascrisse nel suo diario:
Primo giorno: “Chiedo alle anime tre cose: RIPARAZIONE – AMORE – CONFIDENZA. Vengo a riposarmi in te, anima cara … Sono tanto poco amato dagli uomini…! Cerco sempre amore, e non trovo che ingratitudine!… Sono così poche le anime che mi amano veramente!… Io da te desidero che tu sia disposta a consolare il mio Cuore, quando te lo chiederò; perché il conforto che mi dà un anima fedele compensa l’amarezza che mi cagionano tante anime fredde e indifferenti”. In queste prime parole c’è tutto il dispiacere di Cristo per un’umanità che ancora una volta si perde nei propri peccati e la speranza che il suo messaggio possa rifiorire attraverso i suoi messaggeri.
Secondo giorno: “Guarda le mie piaghe aperte sulla croce, per riscattare il mondo dalla morte eterna e per dargli la vita… sono esse che ottengono misericordia e perdono a tante anime che provocano la collera del Padre. Queste piaghe daranno d’ora in poi luce, forza, amore a tutte le anime. Questa piaga, quella del Cuore, è un vulcano divino dove vorrei che si accendessero le anime da me elette; tutte le grazie che il mio Cuore racchiude sono per esse, affinchè le spargano sul mondo, su tante anime che non sanno cercarle, ed anche su quelle che le disprezzano”. In questo secondo messaggio Gesù ricorda il significato del suo sacrificio e rinnova la sua intenzione di salvare quante più anime possibile con il suo esempio.
Terzo Giorno: “Voglio che tu mi ami così: soavemente, sempre e in tutto, nel lavoro e nel riposo, nella preghiera e nella gioia, nel dolore e nell’umiliazione; sempre insomma, devi provarmi con le opere il tuo amore. Questo è amore! Se le anime lo capissero, quanto avanzerebbero nella perfezione! Quanto consolerebbero il mio Cuore! Dimmi che mi ami: è ciò che più mi consola, perché sono affamato d’amore! Voglio che tu arda dal desiderio di vedermi amato e che il tuo cuore non si alimenti che di questo desiderio. Guarda il mio Cuore e la fiamma che lo consuma: è l’amore mio per le anime e specialmente per le anime prescelte. Ad esse il mio Cuore riserva un posto di preferenza… ma quante lo ignorano! Entra nel mio Cuore, gustane la dolcezza, inebriati della sua pace: lascia che il tuo cuore si accenda al contatto della fiamma divina… Partecipa alle mie pene, alla mia tristezza, alle mie ore di solitudine; tienimi compagnia. Amami per tante anime che mi abbandonano e mi disprezzano”. Ancora una volta Gesù mostra la propria sofferenza per chi lo ripudia e chiede alla suora di Amarlo anche per chi lo disprezza, così da sanare quelle ferite e permettere a chi le causa di essere redento.