In questi giorni grazie al religioso Fr. M. Pietrowski si è venuti a conoscenza di un segno miracoloso che fa parte della vita dell’attuale Papa Francesco e che per volontà della comunità religiosa in cui si è verificato non è mai stato diffuso prima di oggi.
All’epoca il Santo Padre era solo un cardinale di Buenos Aires, un giorno del 1996 gli giunse una voce riguardante un miracoloso mutamento di un ostia: ci troviamo nella capitale argentina, per precisione nel quartiere di Almagro, nella Chiesa di Santa Maria, il sacerdote Alejandro Pezet vede un fedele con in mano un ostia, gli chiede cosa ci stessa facendo e questo risponde di averla trovata in un angolo e pensa che sia stata profanata. Il parroco a questo punto la ripone in un contenitore d’acqua all’interno del tabernacolo e la lascia li per tre giorni.
Quando Don Pezet riapre il contenitore con grande sorpresa ci trova all’interno un pezzo di carne sanguinante (l’ostia in tre giorni si sarebbe dovuta semplicemente sciogliere), così avverte il Cardinale Bergoglio dell’eccezionale evento e lui chiede una foto di quanto afferma. Il prelato si rende conto che non ci sono tracce di decomposizione e decide di indagare. Dopo tre anni di iter burocratici Bergoglio (divenuto nel frattempo Vescovo della diocesi) invia alcuni emissari per fare prelevare un pezzo del tessuto.
Le analisi sul tessuto svelano una realtà impensabile: si tratta di un tessuto umano. Il dottor Friederic Zugiba, cardiologo e medico legale, ha scoperto che non si tratta solamente di un tessuto umano ma che quello analizzato è un tessuto muscolare non striato, quindi un pezzo di un muscolo involontario comunemente chiamato cuore. Ma se questo non bastasse sembra che all’interno del tessuto siano stati trovati un gran numero di globuli bianchi, il che indica che la carne sotto esame appartiene ad un corpo in vita, non solo, il fatto che i globuli bianchi siano penetrati dentro il tessuto indica che il soggetto a cui apparteneva il cuore aveva subito un forte stress, dovuto magari a percosse.
I due emissari chiesero allora al dottore per quanto tempo potessero sopravvivere i globuli bianchi in un pezzo di carne immerso in acqua, questo rispose pochi minuti e rimase esterrefatto quando gli venne detto che il pezzo di carne in questione era da tre anni immerso in acqua distillata.
Insomma non vi è dubbio che siamo di fronte ad miracolo, anche se l’ostia fosse stata sostituita con un pezzo di carne, anche se fosse stato fatto più volte, dal momento del prelievo a quello dell’analisi i globuli bianchi sarebbero scomparsi.
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