Molti aspetti ancora sconosciuti del legame che Karol Wojtyla aveva con suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima a cui la Madonna rivelò il famoso terzo segreto.
“Suor Lucia visse gli ultimi anni della sua esistenza pregando per le sofferenze del “suo” papa Giovanni Paolo II”.
“La data del 13 maggio 1981 simboleggiò per suor Lucia l’inizio di un’amicizia mai interrotta con papa Wojtyla” rivela il carmelitano scalzo di origini trentine Romano Gambalunga. “A colpire – racconta il religioso, postulatore della causa di beatificazione di suor Lucia dos Santos (1907-2005) – è che suor Lucia sia spirata il 13 febbraio 2005, ossia solo pochi mesi prima di Giovanni Paolo II, morto nel maggio di quell’anno quasi volendo precedere il suo amico presso la “casa del Padre”, continua padre Gambalunga. Proprio lui ha chiuso nel 2017 a nome dell’Ordine carmelitano la parte diocesana del processo di beatificazione di suor Lucia, nella città di Coimbra, dove la veggente si è spenta a 97 anni, presentando un ricco dossier alla Congregazione della cause dei santi a Roma.
Suor Lucia pregò sempre per il Papa
“Suor Lucia visse gli ultimi anni della sua esistenza pregando per le sofferenze del “suo” papa Giovanni Paolo II”, continua, spiegando come la veggente avesse compreso l’importanza, per il Papa, di aver conosciuto l’ultima testimone in vita delle apparizioni a Cova de Iria, a Fatima.
Il religioso spiega anche come “Giovanni Paolo II volle recarsi in Portogallo nel 1982, l’anno successivo all’attentato per mano di Ali Agca, per manifestare il suo “grazie” per lo scampato pericolo alla Vergine di Fatima. Nel marzo 1984, come segno di ulteriore ringraziamento, il Pontefice aveva voluto che il proiettile estratto dal suo corpo venisse incastonato nella corona della statua della Madonna di Fatima giunta appositamente a Roma.
Lì avvenne l’atto di consacrazione da parte del Vescovo di Roma al Cuore immacolato di Maria. Fu quello l’unico caso in cui suor Lucia disse pubblicamente che quel gesto tanto voluto dal Pontefice polacco era approvato e benedetto dalla Vergine in cielo”.
La sua missione era conclusa
Papa Giovanni Paolo II tornerà in Portogallo due altre volte: nel 1991 e poi il 13 maggio 2000 per essere presente alla beatificazione dei due pastorelli Giacinto e Marta. Suor Lucia ha partecipato al rito di beatificazione dei due cuginetti, avvertendo conclusa ormai la sua missione. Si sentiva “pronta a partire per il cielo”.
Il terzo segreto di Fatima
In quell’occasione l’allora segretario di Stato, il Card. Angelo Sodano, aveva annunciato che l’ultimo segreto di Fatima riguardasse la lotta dell’ateismo contro la Chiesa, e, in particolar modo l’attentato al Papa.
Scriveva suor Lucia del terzo segreto di Fatima:
“…il Santo Padre […] attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregare per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi d’arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”.
Proprio Papa Wojtyla sarebbe stato il “vescovo vestito di bianco” caduto “a terra come morto, sotto i colpi di arma da fuoco”, di cui aveva parlato suor Lucia.
Testimonia il nipote di Lucia dos Santos, il salesiano José dos Santos Valinho, che suor Lucia avesse “dedicato gli ultimi giorni della sua vita per chiedere al Signore la guarigione di papa Wojtyla ricoverato al Gemelli”, testimonianza raccolta dal postulatore Gambalunga, rivelando di come ci fosse un intenso rapporto epistolare tra la suora claustrale ed il Papa.
Papa Giovanni Paolo II le inviò una piccola statua della Madonna proveniente dai suoi appartamenti in Vaticano ed un Rosario, che suor Lucia tenne sempre in mano negli ultimo tratto della sua vita, come la “reliquia” del suo caro Papa.