É di tale rilevanza, la festa della nascita del nostro Salvatore, che la Chiesa le dedica un tempo di ben otto giorni, dal 25 dicembre sino al 1° gennaio, il cosiddetto Ottavario, per meditare, contemplare e pregare la venuta di Gesù fra noi.
Dunque, in risposta all’invito della liturgia, a vivere l’Ottavario di Natale come occasione per rinnovarci spiritualmente, proponiamo di recitare questa orazione, che è propria di questo tempo speciale.
La preghiera da recitare nell’Ottavario di Natale
Preghiamo insieme Gesù che vuole nascere nei nostri cuori, affinché cresca la nostra fiducia in Lui che mai ci abbandona, soprattutto nei momenti più difficili che mettono in crisi le nostre certezze, il Signore è accanto a noi.
“Quel gran gaudio che l’angelo annunziò ai pastori, pensiamo che oggi l’annunzi anche a noi. Quanta festa si fa in un regno quando nasce al re il suo infante primogenito! Ma maggior festa dobbiamo far noi vedendo nato il Figlio di Dio che è venuto dal Cielo a visitarci, spinto dalle viscere della sua misericordia.
Noi eravamo perduti, ed ecco Colui che è venuto a salvarci. Ecco l’Agnello di Dio che è venuto a sacrificarsi per ottenere a noi la divina grazia e per rendersi nostro liberatore, nostra vita, nostra luce e anche nostro cibo nel Santissimo Sacramento.
Egli, di più, nasce ogni giorno nel Sacramento per mezzo dei sacerdoti e della Consacrazione: l’altare è il presepio ed ivi noi andiamo a cibarci delle sue carni. Qualcuno desidererebbe di aver il santo Bambino nelle braccia, come l’ebbe il santo vecchio Simeone; ma quando ci comunichiamo, c’insegna la fede, che non solamente nelle braccia, ma dentro il nostro pet-to sta quello stesso Gesù che stette nel presepio di Betlemme. Egli per questo è nato: per darsi tutto a noi.
Caro mio Bambino, quanto mi spiace di avervi offeso. Io vi ho fatto piangere nella stalla di Betlemme. Ma se voi siete venuto a cercarmi, io mi butto ai piedi vostri e, benché vi veda afflitto e avvilito in questa mangiatoia, steso sulla paglia, io vi riconosco per mio sommo Re e Sovrano. Amen”.