Degli attentati di Parigi si è parlato nel corso della visita di Papa Francesco alla Comunità Luterana di Roma. “Anche il nome di Dio viene usato per chiudere i cuori” – ha detto il Pontefice nel suo discorso ai presenti. Guardare a Cristo e al comune Battesimo è la via per superare lo scandalo della divisione. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Compassione per le vittime degli attentati terroristici e i loro familiari. La tragedia che ha colpito Parigi risuona ancora lancinante nelle parole d’accoglienza del pastore luterano, Jens-Martin Kruse. E il Papa, rispondendo ad alcune domande dei presenti, parla della chiusura del cuore come causa dell’egoismo umano, della non accoglienza e anche della violenza. I muri – ha detto – sono un monumento all’esclusione che ci allontana dal Signore:
“E’ una cosa brutta avere il cuore chiuso. Mio fratello pastore ha nominato Parigi: cuori chiusi. Anche il nome di Dio viene usato per chiudere i cuori”.
Rispondendo poi ad una luterana sposata con un cattolico e sul desiderio di partecipare insieme alla Cena del Signore, il Papa ha sottolineato che, “se abbiamo lo stesso Battesimo, dobbiamo camminare insieme”. Questo fa parte di un dialogo teologico – ha continuato – che deve essere portato avanti in modo proficuo. “Che cosa ti piace dell’essere Papa?” ha quindi chiesto a Francesco un bambino di nove anni:
“Mi piace fare il Papa con lo stile del parroco: come servizio. Mi sento bene quando visito gli ammalati, quando parlo con le persone che sono un po’ disperate, tristi. Parlare con i carcerati. Ogni volta che io entro in un carcere, domando a me stesso: perché loro e io no?”.
Dopo la lettura del Vangelo di Matteo, nel suo discorso il Papa si chiede: “Quali saranno le domande che ci farà il Signore” il giorno del Giudizio?
“…le domande sono sui poveri, perché la povertà è al centro del Vangelo. Lui non ritiene privilegio di essere come Dio, ma si è annientato, si è umiliato fino alla fine, fino alla morte di Croce: è la scelta del servizio”.
Il servizio, come compassione, condivisione, come vicinanza concreta al fratello nella sua situazione reale. La scelta del servizio fatta da Cristo – fa capire il Papa – è la strada giusta che deve illuminare il dialogo tra luterani e cattolici:
“Ci sono stati tempi brutti fra noi, eh? Pensate alle persecuzioni. Dobbiamo chiederci perdono di questo, dello scandalo della divisione”.
Chiediamo la grazia – ha concluso Papa Francesco – di una diversità riconciliata nel Signore, quel Dio che è venuto da noi per servire e non per essere servito. Infine, l’invito ai luterani ad accompagnare in comunione ecumenica i cattolici nel Giubileo della Misericordia, alla riscoperta del perdono di Dio e della bellezza dell’amore per i fratelli.
Tra i presenti la grande gioia per l’incontro con il Santo Padre si è mescolata al dolore per le vittime dell’attentato a Parigi. Ascoltiamo alcuni commenti raccolti da Marina Tomarro:
R. – È la terza visita di un Papa a questa comunità. L’ecumenismo fa parte della vita della nostra Chiesa, perché tutti andiamo verso l’unità – lentamente, sì – ma dobbiamo fare questo sforzo.
D. – È forte l’invito anche a pregare insieme proprio in un momento difficile come questo… Allora, in che modo anche rispondere a questa esortazione che ci viene data?
R. – L’arcivescovo di Parigi ci ha detto che anche in Nigeria, a Beirut e in altri posti ci sono state vittime, e non soltanto a Parigi. Il Santo Padre parla della “Terza guerra mondiale a pezzi”. In un mondo violento è molto, molto importante che i cristiani preghino insieme.
R. – Certamente è un passo molto importante sotto il profilo ecumenico. Però penso che la collaborazione tra le diverse Chiese cristiane potrebbe essere anche un passo in avanti di fronte alla grande sfida del terrorismo che abbiamo di fronte.
R. – Tenendo presente tutti i punti che ci uniscono e non solo quelli che ci dividono.
D. – Come si può trovare un dialogo interreligioso?
R. – La convivenza è importante. Possiamo arrivare ad un’idea in comune visitandoci l’un l’altro, dimostrando che c’è amore e che la pace è possibile.
D. – Cosa vi rimarrà di questo incontro con il Santo Padre?
R. – Un immenso piacere perché facciamo parte delle famiglie miste – mio marito è cattolico – quindi è un momento che noi abbiamo sempre sognato!
R. – Sicuramente è stata una cosa molto toccante: le parole che ha usato, la semplicità, l’unione tra le due Chiese, che poi alla fine effettivamente è un’unica Chiesa, perché nasce dallo stesso Battesimo.
D. – E a te, invece?
R. – La sua saggezza e quello che ha detto…
R. – Il dialogo che c’è stato, soprattutto quando ha risposto alle domande.
R. – Quello che noi desideriamo è l’unità: basta con le divisioni!
fonte: radiovaticana