Francesco ha lanciato durante l’Angelus un nuovo forte appello per la pace, sconvolta da un male che si traveste da bene e si insinua nelle menti degli uomini ingannandoli.
In cosa consistono le tentazioni subite da Gesù nel deserto, poco prima di iniziare la sua “missione pubblica”? Papa Francesco ha attualizzato l’episodio evangelico odierno (Lc 4,1-13) durante il primo Angelus della Quaresima 2022.
Il deserto, ha innanzitutto spiegato il Santo Padre, simboleggia “la lotta contro le seduzioni del male, per imparare a scegliere la vera libertà”. È proprio in questa “lotta spirituale” che Gesù “afferma decisamente quale genere di Messia intende essere”.
Il demonio si rivolge a Gesù ripetendogli due volte: «Se sei il Figlio di Dio…» (vv. 3.9). Prova, cioè a volgere il potere conferitogli dal Padre verso obiettivi egoistici e poco elevati. Quasi a dirgli: “Se sei Figlio di Dio, approfittane!”, cioè “pensa al tuo profitto”.
A Gesù, Satana rivolge una “proposta seducente” che però “porta alla schiavitù del cuore: rende ossessionati dalla brama di avere, riduce tutto al possesso delle cose, del potere, della fama”. Tutto ciò, ha proseguito il Pontefice, rappresenta “il nucleo delle tentazioni” e “il veleno delle passioni” in cui “si radica il male”.
Gesù risponde allora “in modo vincente” alle “attrattive del male”, partendo dalla “Parola di Dio” che prescrive “di non approfittare, di non usare Dio, gli altri e le cose per sé stessi, di non sfruttare la propria posizione per acquisire privilegi”.
Infatti, “la felicità e la libertà vera non stanno nel possedere, ma nel condividere; non nell’approfittare degli altri, ma nell’amarli; non nell’ossessione del potere, ma nella gioia del servizio”, ha aggiunto il Papa.
Le tentazioni che insidiano Gesù nel deserto sono le stesse che “accompagnano anche noi nel cammino della vita” e contro cui “dobbiamo vigilare, perché spesso si presentano sotto un’apparente forma di bene”.
Il demonio, con la sua astuzia, prova a far credere a Gesù che le sue proposte siano “utili per dimostrare che era davvero Figlio di Dio”. Le stesse insinuazioni arrivano anche a noi “con gli occhi dolci” e “con il viso angelico”; il maligno “sa persino travestirsi di motivazioni sacre, apparentemente religiose!”.
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Al punto che, vinti dalle tentazioni, gli uomini sono soliti giustificare la propria “falsità”, mascherandola di “buone intenzioni”, del tipo: “Ho fatto affari strani, ma ho aiutato i poveri”; “ho approfittato del mio ruolo, ma anche a fin di bene”; “ho ceduto ai miei istinti, ma in fondo non ho fatto male a nessuno” e via dicendo.
Francesco ha quindi ribadito una delle sue esortazioni ricorrenti: “con il male, niente compromessi! Con la tentazione non si deve dialogare, non bisogna cadere in quel sonno della coscienza che fa dire: “in fondo non è grave, fanno tutti così”!
È fondamentale, allora, prendere esempio da Gesù che “non cerca accomodamenti, non fa accordi con il male. Al diavolo oppone la Parola di Dio e così vince le tentazioni”.
Per la Quaresima da poco iniziata, Bergoglio ha auspicato che sia “anche per noi tempo di deserto”. E ha raccomandato: “Prendiamoci degli spazi di silenzio e di preghiera, durante i quali fermarci e guardare ciò che si agita nel nostro cuore. Facciamo chiarezza interiore, mettendoci davanti alla Parola di Dio nella preghiera, perché abbia luogo in noi una benefica lotta contro il male che ci rende schiavi, una lotta per la libertà”.
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Dopo la recita della preghiera mariana, un nuovo accorato appello per l’Ucraina, dove “scorrono fiumi di sangue e di lacrime”. Quella in corso, ha affermato il Santo Padre, non è una semplice “operazione militare” ma una vera e propria “guerra che semina morte, distruzione e miseria”.
Il Pontefice ha quindi richiamato l’attenzione sulla “necessità di assistenza umanitaria”, chiedendo che “si assicurino davvero i corridoi umanitari e sia garantito e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura”.
Il ringraziamento del Papa è andato a quanti stanno “accogliendo i profughi” e ai “giornalisti e giornaliste” che stanno rischiando la vita per “garantire l’informazione”. In particolare, ha implorato che “cessino gli attacchi armati”, che prevalgano il “negoziato” e il “buon senso” e “si torni a rispettare il diritto internazionale”.
Sottolineando la presenza in piazza San Pietro di numerose bandiere ucraine, Francesco ha fatto recitare un’Ave Maria, rivolta alla “Madonna Regina dell’Ucraina”.
Ha poi ribadito che “la Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi in servizio per questa pace”, menzionando l’impegno in prima persona del cardinale elemosiniere, Konrad Krajweski, e del cardinale Michael Czerny, prefetto emerito del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale, recatisi nei giorni scorsi in Ucraina per “aiutare” e per “servire il popolo”.
“Questa presenza dei due cardinali lì – ha aggiunto – è la presenza non solo del Papa ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: la guerra è una pazzia, fermatevi per favore, guardate questa crudeltà”.
Una richiesta di preghiera è stata infine rivolta da Bergoglio per se stesso e per i “collaboratori della Curia romana”, che oggi pomeriggio inizieranno gli esercizi spirituali per la Quaresima. “Portiamo nella nostra preghiera tutte le necessità della chiesa e della famiglia umana”, ha detto.
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