Arriva la decisione di Papa Francesco riguardo al Vescovo di Parigi, accusato di avere una love story. Ma entra in scena l’ex esorcista Milingo, che dice la sua sulla recente vicenda e che è giunta a conclusione nelle ultime ore.
Purtroppo, dimostrando non solo di non essere tornato nella strada della riconciliazione, ma nemmeno di avere compreso il suo errore.
I due casi mostrano infatti l’abisso di differenze che intercorre tra un religioso fedele al suo mandato e un uomo che è stato tentato dal diavolo al punto da scegliere di rinnegare la Chiesa.
L’esito della vicenda del vescovo di Parigi
In questi giorni infatti sembrerebbe tornato al centro delle cronache il “dibattito” sul celibato sacerdotale, a partire da quanto accaduto al Vescovo di Parigi, Monsignor Michel Aupetit. Ma che in realtà dibattito non è. Papa Francesco lo ha ribadito anche tornando dal Sinodo amazzonico, che si tratta di un tema su cui non ci sono “aperture”. La notizia dell’ultima ora, a differenza di quanto possa sembrare, lo conferma con ancora più forza.
Il Pontefice ha infatti accettato, nominando come amministratore apostolico “sede vacante et ad nutum Sanctæ Sedis”, cioè in attesa della scelta di un successore, le dimissioni del Vescovo di Parigi, che si era limitato a rimettere la sua posizione nelle mani del Papa. Per una “presunta” love story. Tutto sta nell’aggettivo che precede il termine inglese, che indica il più romantico italiano “storia d’amore”.
Già, perché nel caso del vescovo francese non c’è stata alcuna romantica storia d’amore, ma solo un comportamento che lui stesso ha ammesso “ambiguo” con una donna che si è fatta avanti più volte nei suoi confronti e che lui avrebbe cercato di allontanare, ma evidentemente in maniera troppo morbida.
La storia che è emersa a partire dalla mail del 2012
Una storia che emerge da una mail del 2012 e che va però unita a una gestione della diocesi parigini ritenuta, da una parte del clero parigino, discutibile per via di alcune decisioni prese in maniera avventata e forse unilaterale. Tanto basta per fare in modo che il religioso offrisse al Papa le sue dimissioni. Che il Papa ha ritenuto giusto accettare.
“Chi mi conosceva allora, e che condivide con me la mia vita quotidiana, può certamente testimoniare che non ha mai vissuto una doppia vita come lascia intendere l’articolo”, ha affermato Aupetit parlando dell’inchiesta giornalistica che lo ha attaccato. “Riconosco – come ho già detto – di aver gestito male la situazione con una persona che si è manifestata a più riprese nei miei confronti. Questo errore l’ho confidato al mio direttore spirituale e le autorità ecclesiastiche ne sono state messe al corrente”.
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Dunque, il vescovo parigino non è più tale per il suo atteggiamento “ambiguo”. Una condizione abissalmente diversa rispetto a quella dell’ex arcivescovo Milingo, scomunicato dopo le nozze con Maria Sung, che tuttavia interpellato da un’agenzia giornalistica italiana ha deciso di rilasciare dichiarazioni sulla vicenda parigina.
La differenza abissale con l’ex esorcista Milingo
Mostrando purtroppo che ad anni di distanza sembra non avere ancora capito quale sia la posizione della Chiesa sul celibato sacerdotale, e insistendo invece nella direzione opposta. Per Milingo, infatti, “si può essere sacerdoti fedeli alla Chiesa e al Vangelo anche insieme ad una donna”. Un’affermazione menzognera e pericolosa, perché non in comunione con la Chiesa.
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Emmanuel Milingo è l’ex arcivescovo di Lusaka che è stato scomunicato dopo essersi unito in matrimonio con rito Moon con l’agopunturista coreana Maria Sung, nel 2001, con la quale a maggio scorso ha festeggiato le nozze di porcellana. Di fronte a quanto accaduto al vescovo francese, Milingo non ha perso occasione per chiedere ancora alla Chiesa di riaprire.
Come noto, Milingo dopo aver ripudiato il suo matrimonio si è apertamente schierato nel 2006 contro le attuali norme del codice di diritto canonico che impongono il celibato ai sacerdoti cattolici di rito latino, fondando persino l’associazione Married Priests Now. Poi ha ordinato dei vescovi senza mandato pontificio, che lo ha fatto incorrere nella scomunica latae sententiae nel 2006.
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Oggi incalza, in maniera quasi incosciente, sulla presunta “santità” delle sue azioni. “Io e Maria viviamo in santità, il nostro non è un rapporto vissuto carnalmente. Io appartengo prima di tutto a Dio. Il passo che ho fatto, è stato fatto in sincerità e non sento di venire meno alla fedeltà alla Chiesa. Sono un uomo di Dio”, ha affermato all’agenzia Adnkronos.
Due storie sicuramente molto diverse tra loro, che mostrano due approcci totalmente diversi alla Chiesa e alle vicenda del celibato sacerdotale. Una di responsabilità, l’altra di incoscienza e di mancata comunione con la Chiesa stessa. Su cui l’ultima parola l’ha offerta Papa Francesco, facendo così fronte alle pressioni di una parte della Chiesa per delle presunte “aperture” che sarebbero dovute arrivare dal Sinodo sull’Amazzonia.