A cinque anni esatti dalla pubblicazione della Laudato si’, l’enciclica di Papa Francesco che si occupa dei problemi ambientali ed ecologici, il nuovo forte appello del Papa.
Francesco infatti, nella cinquantesima Giornata mondiale della terra, durante l’udienza del mercoledì ha voluto ribadire a nome di tutta l’umanità il mea culpa. “Abbiamo peccato contro la terra”, e “la terra non perdona”, è l’amara constatazione del Pontefice. “Se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta”. Per questo Papa Francesco ha sottolineato ancora una volta la stringente necessità di “un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune”.
L’appello del Papa ai grandi della terra
L’appello è perciò rivolto ai grandi della terra, a chi prende decisioni di importanza tale che impatteranno sul futuro economico e sociale dell’intera umanità, oggi sempre più immersa nella globalizzazione, prima che il coronavirus non mettesse l’intero sistema di produzione mondiale in ginocchio. Il riferimento specifico è a due incontri che il Papa ha definito “importantissimi”.
Vale a dire la COP15 sulla Biodiversità a Kunming (Cina) e la COP26 sui Cambiamenti Climatici a Glasgow (Regno Unito). Due giornate in cui i potenti della terra si riuniranno per firmare accordi sulla sostenibilità delle economie interconnesse.
Ma la constatazione di Francesco è che c’è ancora molta strada da fare. “Dobbiamo crescere nella coscienza della cura della casa comune”, ha affermato. L’udienza è stata trasmessa, come dall’inizio della crisi sanitaria, in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico. “Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali”, è il richiamo.
Il Papa: Dio perdona sempre, la terra mai
Il Papa ha citato nello specifico un testo spagnolo in cui viene affermato: Dio perdona sempre, noi perdoniamo alcune volte sì e alcune volte no, la terra non perdona mai. “Quando vediamo queste tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento”, ha così commentato il Papa pensando all’oggi. “Se chiedo adesso al Signore cosa ne pensa, non credo che dica: E’ cosa molto buona. Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”.
Per questo l’invito rivolto alla comunità internazionale è di collaborare per proteggere il Creato, “la nostra casa comune”. Verso il quale “siamo meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra”, spiega Francesco partendo dal passo della Genesi. Già nella Laudato si’ è infatti indicato che “basta guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un grande deterioramento della nostra casa comune”.
I peccati nascono con la distanza da Dio
“L’abbiamo inquinata, l’abbiamo depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita”, incalza. In ragione di questo male nel mondo, si sono costituiti numerosi movimenti internazionali, con lo scopo di contrastare la deriva ambientale e per risvegliare le coscienze di fronte a queste tematiche. Il Papa ha confessato di apprezzare “sinceramente queste iniziative”.
E che “sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene”. La terra “non è un deposito di risorse da sfruttare”, e noi “abbiamo mancato nel custodirla” e “nel custodire i nostri fratelli”. Per questo ognuno è chiamato a dare il suo contributo, all’interno di “una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete”.
La ragione di questi peccati è infatti nel nostro distanziamento dal Signore. “Tante volte perdiamo la visione dell’armonia, che è quello che fa lo Spirito Santo, anche nel nostro rapporto con la gente, con il prossimo, con i poveri, con la terra”.
Riscopriamo la profezia della contemplazione
“Risvegliamo il senso estetico e contemplativo che Dio ha posto in noi”, è l’invito fatto dal Pontefice, che esorta a riscoprire “la profezia della contemplazione”. Come ci testimoniano popoli lontani che “ci insegnano che non possiamo curare la terra se non l’amiamo e non la rispettiamo. Loro hanno quella saggezza del buon vivere, non nel senso di passarla bene, ma di vivere in armonia con la terra”.
“Per noi credenti il mondo naturale è il ’Vangelo della Creazione’ che esprime la potenza creatrice di Dio nel plasmare la vita umana e nel far esistere il mondo insieme a quanto contiene per sostenere l’umanità. Il racconto biblico della creazione si conclude così: ‘Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona’” .
Per questo, “nel celebrare oggi la Giornata Mondiale della Terra, siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio”. “Da ciò scaturisce in noi la consapevolezza di stare in una terra sacra!”.
Giovanni Bernardi
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