I Pontefici che si sono susseguiti al soglio di Pietro hanno preso una posizione circa ciò che stava accadendo nel mondo. Hanno sempre fermamente condannato la Guerra definendola, quasi di comune accordo nel corso degli anni, come una vera e propria sciagura per l’umanità.
Non solo Papa Pio XII, ricordato per la Seconda Guerra, ma anche Papa Benedetto XV eletto proprio poche settimane dopo lo scoppio, invece, della Prima Guerra Mondiale.
Oggi, nel corso di questo conflitto fra la Russia e l’Ucraina, Papa Francesco ci ha invitato a pregare ma si è anche lui proposto come mediatore di pace, perché cessino le ostilità fra i due Paesi e che si eviti ulteriore spargimento di sangue, ponendo la sua particolare attenzione ai civili inermi.
I Papi tutti non si sono mai tirati indietro nell’esprimere la propria condanna alla guerra e la solidarietà alle popolazioni in conflitto, cercando, per quanto loro possibile, di essere sia mediatori che costruttori di pace, come il Vangelo insegna.
Ma se torniamo indietro nel tempo, alla Prima Guerra Mondiale, anche lì un Pontefice fece sentire la propria voce: era Papa Benedetto XV, eletto proprio poche settimane dopo l’inizio del conflitto. Fu proprio questo Pontefice a iniziare ad elaborare le prime proposte di pace per porre fine al conflitto. Nella sua prima enciclica, “Ad Beatissimi Apostolorum principis”, si appellò ai governanti delle nazioni “per far tacere le armi e mettere fine allo spargimento di tanto sangue umano”.
Ma quando, nel 1915, anche il regno d’Italia entrò in guerra, la Santa Sede, chiusa e prigioniera in Vaticano, rimase ulteriormente isolata con la dipartita degli ambasciatori degli Stati esteri. Benedetto XV soffrì molto negli anni a venire per questa reclusione, che visse come una sorta di penitenza per la pace. Il Papa non potè far altro che guardare come questo conflitto cominciava ad espandersi sempre di più, inglobando in sé tutta l’Europa.
La guerra mondiale rappresentava infatti, per Benedetto XV, un vero e proprio castigo divino. Durante tutto il conflitto non smise di inviare proclami per la pace e per una risoluzione diplomatica della guerra, oltre a fornire aiuti concreti alle popolazioni civili colpite, tra cui servizi di soccorso per i feriti, i rifugiati e gli orfani di guerra.
Lui stesso, sottolineò come la sua elezione non era avvenuta sotto i migliori auspici, affermando infatti che “il nuovo Padre della famiglia cristiana era stato salutato con strepitio di armi e fragori di battaglie”. C’era una cosa che Benedetto XV desiderava più di tutte: una sorta di raggio di sole nel pieno periodo della guerra. La tregua almeno per il periodo di Natale, ed era ciò che chiese durante lo scambio degli auguri con il Collegio Cardinalizio nel pieno dell’evolversi del Conflitto.
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Ma sappiamo bene che, in qualunque epoca, i venti di guerra non sono religiosi abbastanza: “Purtroppo la Nostra cristiana iniziativa non fu coronata di felice successo. Ma non per questo scoraggiati, Noi intendiamo di proseguire ogni sforzo per affrettare il termine della incomparabile sciagura” – affermava, in un suo discorso, il Pontefice.
La sua devozione al Sacro Cuore di Gesù portò lo stesso Pontefice a condannare sì la guerra, ma anche a promuove questa speciale devozione, perché si arrivasse, di nuovo, al ristabilimento della concordia internazionale e all’amore per il nemico.
In ogni epoca e davanti ad ogni fronte di guerra, nessun Papa si è tirato indietro nel portare avanti accordi e parole di pace. Ma è dall’altro lato che, qualcuno, non vuole o non riesce a sentirle.
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