Nei giorni precedenti alla votazione in parlamento erano state numerose le manifestazioni in piazza dei portoghesi in favore del diritto alla vita. Il giorno prima della decisione parlamentare i manifestanti pro vita si erano addirittura riuniti di fronte al palazzo del governo per urlare ancora una volta il loro dissenso contro l’eutanasia ed il suicidio assistito, esponendo striscioni con sopra scritto “Viva la vita, no alla morte”.
La discussione sull’introduzione dell’eutanasia nel Paese lusitano parte dal 2016 con la quando è stato presentato in parlamento un manifesto in favore del suicidio assistito. A questo sono seguite due petizioni, la seconda delle quali ha raggiunto il numero di firme necessario alla presentazione di una legge che depenalizzasse l’eutanasia. A spingere in questa direzione sono stati i partiti socialisti, i verdi e gli animalisti che di concerto hanno avanzato la loro proposta di legge.
La bocciatura della proposta di legge è la dimostrazione che ancora oggi una grande parte della popolazione portoghese è contraria alla “Dolce morte”. Nella scelta ha sicuramente influito la posizione della Conferenza episcopale portoghese che ha ricordato ai deputati di fede cattolica come la vita sia al primo posto per la Chiesa. L’opera di sensibilizzazione sul tema della vita è stato portato avanti anche e sopratutto dall’arcivescovo di Lisbona, il Cardinale Clemente, che ha ricordato ai parlamentari come il popolo portoghese si fosse professato contro l’eutanasia nei giorni che hanno preceduto la votazione.
Luca Scapatello
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