Tutti i sacerdoti del mondo devono confrontarsi quotidianamente con i problemi dei propri parrocchiani, questi vanno da questioni gravi a cui non c’è rimedio se non la preghiera, come lutti e azioni delittuose, a questioni risolvibili con un azione o un comportamento, problemi di coppia o familiari. Il sacerdote in quei momenti è una figura chiave, una guida, ma può capitare che anche lui non si senta in grado di offrire un consiglio per ogni situazione.
Questo è quanto è capitato un giorno a padre Sergio: il sacerdote racconta di aver sempre dato una mano ai suoi parrocchiani specialmente durante l’Eucaristia, ma che un giorno si è trovato davanti ad una somma di problemi gravosa ed ha percepito che i suoi consigli erano poveri. Perplesso ed angosciato dal non essere riuscito ad aiutare nessuno, padre Sergio è andato a Messa con più dubbi che certezze, quindi, al momento della consacrazione ha cominciato a balbettare ed ha perso la pazienza con se stesso: “Lo stai dicendo male” si è rimproverato.
Proprio in quel momento, quando lo scoramento era culminato in frustrazione ecco che il sacerdote sente la voce di Gesù che gli dice: “È vero, lo stai dicendo male, non potrai aiutarli, dì loro di chiedere a Me cosa farei Io al posto loro e indicherò loro il cammino”. Immediatamente ha compreso che il Signore era al suo fianco e che il suo errore più grande non era stato l’incespicare linguistico, ma il non aver pensato di raccomandare i suoi fedeli a Cristo.
Lo stesso pomeriggio è giunto in confessionale un fedele che chiedeva consiglio su come comportarsi con il padre: durante tutta l’infanzia e l’adolescenza il padre lo aveva picchiato sgridato e ordinato come comportarsi, mai una parola di conforto, mai un momento d’intimità o di amore. In quel momento il padre del fedele era in dialisi, era debole e nessuno voleva aiutarlo, per questo sua zia gli aveva chiesto di prendersene cura, ma lui si chiedeva se fosse giusto aiutarlo nonostante il male che gli aveva fatto.
Memore della lezione appena ricevuta da Cristo, padre Sergio gli risponde: “Figlio, mi dispiace per tutto quello che hai passato e capisco che non ti sembri giusto. Ti chiedo di accompagnarmi, ti aprirò la cappella del Santissimo e voglio che tu chieda a Nostro Signore cosa farebbe Lui al posto tuo”. Dopo mezz’ora di preghiera il fedele è tornato ed ha detto al parroco: “Padre, lo accoglierò. È grazie a mio padre che ho la vita. Lo prenderò in casa mia e lo aiuterò in tutto ciò che posso”.