Il Santuario di San Luca sorge sul Colle della Guardia, che si staglia al di sopra della città di Bologna, di cui da secoli né è simbolo, oltre che oggetto di venerazione, e di protezione materna per i fedeli alla Vergine.
Una strada lo collega al centro della città a partire da Porta Saragozza. Il percorso è lungo quattro chilometri e si articola in un porticato che presenta più di 600 arcate, secondo alcuni 635, secondo altri 658, ma che in ogni caso è il più lungo al mondo. Non a caso, insieme agli altri portici cittadini è stato candidato nel 2019 a diventare Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Secondo altri osservatori, e come riportato dalla maggior parte delle guide turistiche, il numero degli archi corrisponderebbe in realtà a 666, eseguendo un conteggio tuttavia differente a seconda delle scelte di numerazione. La spiegazione, in tal caso, sarebbe nel fatto che il numero che nell’Apocalisse richiama il diavolo (Apocalisse, 13, 18), visto che il porticato ricorda la forma di un “serpente” che termina ai piedi del Santuario, ricondurrebbe all’iconografia della Madonna che schiaccia il diavolo sotto il suo calcagno.
Dal 1433 ogni anno viene percorso nella Settimana dell’Ascensione, nell’ambito della processione della Madonna di San Luca, che termina fino alla cattedrale. Il porticato, realizzato a partire dal 1674, e la costruzione della chiesa del santuario, che sostituisce una precedente costruzione quattrocentesca, risagono al diciottesimo secolo.
Una volta raggiunto il santuario è possibile godere di una stupefacente vista sul paesaggio circostante. Nel 2017 è stato anche aperto un terrazzino panoramico che permette di godere di una vista letteralmente unica di Bologna. Dai colli, a 180 gradi, si può ammirare l’intera città dal centro storico fino a Casalecchio di Reno.
Il porticato fu costrutto tra il 1674 ed il 1739 per una spesa di ben 170.300 scudi romani a cui concorsero tutte le classi della cittadinanza bolognese, segno dell’unione civile sotto la protezione di Maria. I 329 archi dell’impervia salita sono divisi in quindici rampe, su tratti a scalinata e ripiani equidistanti, punteggiato di lapidi ed epigrafi commemorative di varie epoche.
In ognuno di questi si trova una cappella con pitture del secolo scorso rappresentanti i Misteri del Rosario, nelle quali si può fermare e approfondire la propria esperienza spirituale di intima unione con Maria, che si incontrerà alla fine del percorso. La salita al santuario è tuttavia abbastanza agevole, e la si può effettuare in meno di un’ora.
Una passeggiata molto piacevole, che unisce al valore religioso e spirituale dell’esperienza anche la possibilità di godere dei panorami mozzafiato. Una vista straordinaria dei colli bolognesi, sulla città sulla pianura e sulla collina, nel versante settentrionale dell’Appennino.
Il monte della Guardia definito così chiamato per il fatto che lì stazionava un corpo di milizie a guardia e difesa della città. Le origini del santuario risalgono al 1192 e alla beata Angelica Bonfantini che donò il terreno ai Canonici di S. Maria di Reno affinché costruissero il monastero.
La prima pietra venne posata 15 maggio 1194. All’interno del Santuario venne collocata l’immagine della Madonna con Bambino, che il popolo nel 1433 portò in processione per chiedere la cessazione delle piogge, che Maria concesse, compiendo il miracolo del sole per Bologna e i bolognesi.
La consacrazione della nuova chiesa avvenne il 1 luglio 1481 ad opera del vescovo di Sarsina. Lo stile dominante dell’edificio è barocco, come mostrano forme e volumi dinamici e curvilinei affiancati da continue sporgenze e rientranze.
Nel portale d’ingresso, le statue di San Luca e di San Marco di Bernardino Cametti, eseguite nel 1716. All’interno sono poi presenti anche una versione del Cristo che appare alla Madre del Guercino, oltre alla Madonna del Rosario di Guido Reni.
Giovanni Bernardi
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