Il Vaticano si è aperto alle istanze della comunità LGBT? Secondo un articolo de ‘La Bussola Quotidiana‘ non ci sono dubbi. Nello scritto si legge che il Vaticano starebbe dando maggiore spazio ai network che si esprimono in favore della comunità omosessuale allargata e di conseguenza starebbe relegando la famiglia tradizionale ad un ruolo marginale. Verrebbe da chiedersi per quale motivo la Chiesa Cattolica vorrebbe abbracciare la famiglia moderna invece di quella tradizionale, ma prima di andare a trovare una motivazione bisogna capire quali sono le prove a supporto di questa tesi che ha tutti i crismi del complottismo.
La principale prova a supporto della vicinanza tra la Santa Sede e la comunità omosessuale sarebbe l’elezione di don Dario Edoardo Viganò come Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, avvenuta il 27 giugno del 2015. Qual è il collegamento tra don Viganò ed il mondo LGBT? In primo luogo secondo l’articolo de ‘La Bussola Quotidiana’ sarebbe l’eccessivo presenzialismo del sacerdote agli eventi mondani: “Effettivamente, quanto alla mondanità, monsignor Viganò non nasconde nulla: non serve fare chissà quali ricerche per trovare decine di foto del monsignore, sempre in ghingheri, accanto a uomini e donne di spettacolo e di mondo. Festival del cinema di Cannes? Viganò presente! Festa del Circolo Canottieri Aniene? Viganò sorridente…”.
Per i tradizionalisti, infatti, non ci può essere vicinanza tra mondi peccaminosi come il cinema o la musica e gli ambienti religiosi, poiché in questi c’è la vittoria schiacciante del mondialismo e questo non si può confacentemente associare alla religione. Ma se la mondanità è un vezzo criticabile ma non condannabile, ben altra cosa è la vicinanza alla comunità LGBT. La domanda si ripete: Qual è il collegamento tra don Viganò e la comunità LGBT? A quanto pare il sacerdote è reo per il: “Grande spazio che concede a personalità che esprimono idee piuttosto contigue all’ideologia LGBT”. Il riferimento è all’elezione come consultore della Segreteria della Comunicazione di Padre James, un sacerdote gesuita che ha mostrato più volte una forma di apertura alle istanze della comunità LGBT.
Le prove sono circostanziali (per usare un termine giuridico) e non forniscono dunque certezza delle “accuse” mosse contro il vituperato don Viganò. Pur accogliendo la tesi e supponendo che nelle intenzioni del Vaticano ci sia un progetto di avvicinamento alla comunità LGBT, per quale motivo questo legame sarebbe costituito per distruggere la famiglia tradizionale? Perché mai, insomma, la Chiesa dovrebbe abbandonare la famiglia tradizionale, una delle basi più solide dell’istituzione ecclesiastica stessa?