Da tempo la Procura di Catania per disposizione del pm Carmelo Zuccaro indaga sull’attività delle Ong nel mar Mediterraneo riguardo alla tratta dei migranti. Nei giorni scorsi le indagini hanno portato al sequestro dell’imbarcazione della Ong spagnola ‘Open Arms‘ con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. I fatti contestati risalgono al 15 marzo 2017, quando il capitano dell’imbarcazione ha proceduto forzatamente al salvataggio e al trasposto in Italia di un gruppo di migranti libici nonostante la Guardia Costiera Italiana e la marina libica avesse ordinato di lasciar gestire la situazione al Paese di competenza.
Migranti, accusata l’Ong ‘Open Arms’: i sospetti contro l’associazione spagnola
Il 15 marzo l’Ong ha contattato la Guardia Costiera italiana chiedendo di poter procedere al salvataggio di un gruppo di migranti a largo della costa libica. In un primo momento è stato dato il via libera, ma successivamente la Marina libica ha chiesto alla Guardia Costiera di informare l’Ong che il salvataggio sarebbe stato gestito da loro, come previsto dal diritto internazionale. In seguito a questo coordinamento il comandante di Open Arms è stato informato degli sviluppi e gli è stato chiesto di desistere dal portare a termine le operazioni, ma questo ha continuato a navigare in direzione dei migranti.
Questa decisione, secondo quanto riferito dal responsabile della vedetta libica al ‘Giornale‘, ha fatto si che i migranti decidessero di gettarsi in mare per farsi salvare dall’Ong: “I migranti sul barcone ci gettavano contro quello che avevano ed un gruppo si è tuffato in mare perché volevano farsi recuperare dalla Ong per andare in Italia. Non è vero che li abbiamo messi noi in pericolo. Anzi, per evitare tragedie ho dato l’ordine di ritirarci”. Successivamente al recupero dei 218 migranti è stato chiesto all’Ong di consegnare i civili a Tripoli, ma anche in questo caso l’ordine è stato disatteso e l’imbarcazione si è diretta verso il porto di Pozzallo, rimanendo in zona finché non ha ricevuto il permesso di sbarco.
L’ipotesi della Procura è che l’Ong abbia volutamente forzato gli ordini per portare i migranti in Italia secondo accordi presi con chi gestisce il traffico di migranti, ma i responsabili di Open Arms rigettano le accuse: “E’ un provvedimento preventivo, una mera ipotesi di reato, ma siamo ingiustamente accusati di associazione criminale e di incoraggiare l’immigrazione clandestina disobbedendo ai libici ai quali non abbiamo voluto consegnare donne e bambini”, afferma il portavoce dell’Ong che aggiunge: “Salvare persone al fine di riportarle con la forza in un Paese non sicuro, come è la Libia, equivale a riconsegnarle a una situazione infernale, rischiosa e a forte tensione; è in contrasto con lo status dei rifugiati delle Nazioni Unite”.
Luca Scapatello