Fase 3: la crisi sanitaria del coronavirus comincia a farsi meno pressante, spiega l’immunologo. I dati ci parlano di un’emergenza che è ancora in corso, ma per la quale bisogna vivere tranquilli.
“È come se avessimo spento un incendio, restano piccoli focolai e disponiamo di secchi con l’acqua per intervenire”, ha infatti spiegato l’immunologo del Policlinico universitario Umberto I Francesco Le Foche, intervistato dal Corriere della Sera.
“La situazione ora la vedo tranquilla, andrà sempre meglio nelle prossime settimane e nei prossimi mesi se manteniamo precauzioni razionali in certi ambienti chiusi e affollati”. L’immunologo ha cioè invitato a mantenere, oltre le distanze sociali e tutte le precauzioni necessarie, anche la tranquillità e la ragionevolezza.
“Altrimenti non recupereremo la normalità, la vita sociale è fondamentale per l’uomo quindi dobbiamo tornare a viverla”. Il punto ricorda le parole del professore Zangrillo: bene non sottovalutare il problema, ma il rischio è quello di terrorizzare e terrorizzarci. C’è bisogno di serenità, oltre che di precauzioni.
Giusto temere la malattia, sbagliato avere un’ossessione che porta a vedere pericoli ovunque. Che rappresenterebbe, altrimenti, un’altra forma di male, che intacca la psiche invece del corpo.
“Il virus c’è ma è sbagliato vedere il pericolo ovunque“, è la spiegazione fornita da Le Foche. “Vedo persone che quando incrociano un altro essere umano trattengono il respiro e guardano a terra. Una paranoia. Bisogna reagire altrimenti entriamo in un contesto negativo dal quale sarà difficile uscire. So di gente che non mette il naso fuori di casa per paura”.
Per questo sarà necessario continuare a vivere le vacanze nella maggiore serenità possibile. Distraendo la nostra mente e facendo attività fisica salutare per il corpo. Mantenendo tutte le precauzioni necessarie per evitare una nuova diffusione del contagio.
“Sulla spiaggia lettini e ombrelloni sono organizzati in sicurezza. Non c’è motivo di indossare la mascherina tranne quando andiamo al bar dello stabilimento e sono presenti molte persone”, spiega il medico.
Stessa vicenda per le attività sportive in palestra. “Attenzione a non essere fobici“, è la contro-prescrizione del dottore. “Se la palestra è indoor allora riduciamo il tempo di allenamento, 40 minuti anziché un’ora piena”.
Nessun problema, secondo l’immunologo, nemmeno per cinema e teatri. “Sono stati organizzati in modo sicuro e non vedo perché negare a noi stessi il piacere di frequentarli. Non c’è vita senza cultura”.
Mentre invece qualche piccola accortezza dovrà essere introdotta per il mondo del calcio. “Ci sarà il sistema di riammettere gli spettatori negli stadi, magari dimezzando il numero di posti a sedere. Le partite a porte chiuse non hanno gusto”.
Giovanni Bernardi
fonte: agi.com
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