In questi giorni di incertezza e spavento dovuto al Coronavirus, dove al rischio di contagio si aggiunge anche la sventura di una possibile crisi economica, un grande imprenditore ci invita a non lasciarci scoraggiare facilmente.
Tra questi vi è Brunello Cucinelli, imprenditore del cashmere e stilista italiano di fede cattolica, promotore del Capitalismo umanistico. Nel 2016 Cucinelli, a seguito del terremoto che ha ferito il Centro Italia nel profondo, si è messo all’opera per ricostruire il monastero annesso alla chiesa di Norcia, crollata in quella occasione. “Dopo questa catastrofe, anche la regola benedettina ritroverà nuovo slancio”, ha detto in seguito a quell’evento.
Chi manda le rondini?
“Chi manda le rondini? Quasi sempre, quando mi trovo fuori per lavoro, durante i primi giorni di marzo, telefono a casa, e chiedo se le rondini sono tornate a Solomeo”, ha domandato Cucinelli in una poetica riflessione dedicata ad amici e collaboratori.
Solomeo è una frazione del comune di Corciano, in provincia di Perugia. Lì si trova il quartier generale dell’azienda di Cucinelli, che vi è stato instaurato con l’obiettivo di salvare il borgo dall’abbandono e dando vita a diverse esperienze creative, come la scuola dei mestieri e il teatro.
I doni del Creato
“Lo chiedo per due ragioni: perché le ho amate fin da piccolo, e perché a volte, ho sentito dire, in alcuni paesi non tornano; magari non ci si trovano più bene, e questo mi dà un poco di timore. Così anche in questi tempi già da qualche giorno avevo cominciato ad aspettarle, perché ci puoi rimettere l’orologio: quando è verso il quindici di marzo eccole di nuovo, con il loro gioioso garrire e armonioso volteggiare. E infatti ieri, d’improvviso, sono arrivate”, ha spiegato Cucinelli.
“Mentre ero già seduto nello studio dell’antico castello, a tu per tu con i miei pensieri mattutini, le vedo, già in pieno fervore per la caccia agli insetti, andare e venire laboriose di sotto le gronde del tetto, dove le accolgo come uno dei doni più belli del Creato. Ogni anno mi rallegro delle rondini, ma in questi momenti un po’ meno facili mi è sembrato di vedere in loro il simbolo della rinascita”, ha aggiunto l’imprenditore.
Imparare anche nel dolore
Cucinelli ha poi spiegato che nei giorni scorsi ha immaginato “noi tutti come a dei naviganti. Mi piace questa immagine, perché così vedeva Dante gli uomini che attraversano la vita. In questi momenti percepiamo ancor di più la nostra natura di marinai, che come Ulisse si legano all’albero se c’è tempesta, e come Cristoforo Colombo scrutano l’orizzonte alla ricerca dei primi uccelli, divini messaggeri della madre terra”.
E visto che “ogni bravo navigante sa che una barca più leggera si governa più facilmente”, oggi, in coincidenza con l’emergenza che stiamo vivendo e che ci porta a dover stare chiusi nelle nostre case, “seguendo le regole di chi ha la responsabilità della nostra salute, ci siamo alleggeriti di tante piccole consuetudini che magari credevamo indispensabili ad un lieto vivere. Però quanto è sorprendente accorgersi che in fondo ci sentiamo più lievi, in famiglia, tra noi, una vita d’altri tempi armoniosi. Mi piacerebbe che tutti imparassimo a vedere anche nelle cose dolorose quel tanto di gioia che c’è”.
La reazione morale dell’imprenditore
Il messaggio che quindi Cucinelli ha deciso di comunicare con la sua lettera è che “nella sofferenza di oggi vi è anche il bene della reazione morale che ci renderà migliori, e può darsi che domani, quando il ricordo scivolerà via insieme alla sofferenza, ripensando a questi giorni, rifletteremo, con Aristotele, che anche le calamità hanno un’anima e possono divenire maestre di vita saggia”.
“Ci sono stati, in ogni parte del mondo, tempi e accadimenti ben più penosi di quelli attuali; però sono tutti trascorsi”, è la riflessione conclusiva del messaggio. “Passano le grigie nuvole e lasciano al cielo, di nuovo libero, lo spazio per accogliere le rondini; e vedete, noi non sappiamo chi le mandi, ma eccole, le rondini sono già arrivate”.
Un barlume di speranza in un momento difficile che ci fa pensare che anche dalle crisi, dalle difficoltà, possiamo trarre il nostro meglio non solo per un bene spirituale superiore, ma anche per una rinascita di tipo pratico. E che ci fa capire che tanti imprenditori non si lasciano abbattere facilmente, affidando la propria opera all’infinita misericordia del Signore. Consapevoli che “tutto è possibile per chi crede” (Mc 9, 23).
Giovanni Bernardi
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