Notizia degli ultimi giorni : in Francia viene soppressa la razza dalla Costituzione.
Se il razzismo è l’odio o l’avversione per persone di altra razza, l’antirazzismo non è esattamente l’opposto del razzismo, ma sta diventando una delle ideologie più fluide, liquide e totalitarie della contemporaneità.
Questa ideologia non combatte l’odio tra i popoli, ma lo favorisce. Ad esempio negando qualunque dignità a concetti importanti come il patriottismo, la difesa della propria nazione e l’amore per la storia, la cultura e tradizione. Un po’ come il femminismo il quale non contrasta il maschilismo ma lo esaspera, accusando assurdamente il mondo maschile di tutti i mali della società e dichiarando follemente che le donne sono sempre innocenti, deboli, vittime. Le donne non sono sempre vittime, ma spesso aggrediscono e umiliano sia altre donne che gli uomini, magari mariti, figli e dipendenti. Allo stesso modo esistono molti migranti che sono nocivi per i popoli ospitanti, furbi, inetti, scioperati e delinquenziali. Ma l’antirazzismo, come tutte le ideologie prefabbricate a tavolino, non ammette sfumature: gli antirazzisti sarebbero tutti buoni e pacifici, mentre che vuole preservare i confini e l’omogeneità culturale di un popolo, sarebbe sempre un mentecatto o un violento.
In Francia, ma anche in mezza Europa, l’antirazzismo coincide bene o male con il pensiero dominante: il cosiddetto Pensiero Unico, che non solo in barba al relativismo etico che dice di professare, ha dei dogmi belli e buoni, ma pretende pure di imporli alle masse. Per esempio, secondo la dogmatica antirazzista tutte le religioni avrebbero pari valenza culturale (il che è assurdo), tutte le nazioni uguale prestigio storico o artistico, tutte le razze umane identiche capacità e attitudini. D’altra parte, essere contrari all’immigrazione, a prescindere dal colore della pelle dei migranti, sarebbe segno di becero razzismo (pur in mancanza di differenze razziali), e così via.
Ora però, da qualche anno, la rivoluzione permanente del lessico al servizio del potere, ha ceduto ad una sorta di imprevedibile negazionismo (cf Neolingua. La cultura dominante dalla A alla Z, Circolo Prudhon, 2015). E così non si dovrebbe (più) dire, come recita il primo articolo della Costituzione della République che è riconosciuta “l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, senza distinzione di origini, di razza o di religione”. Come mai? Perché, udite udite, le razze non esistono!!
Quando la Costituzione francese fu scritta era il 1958, governava Charles de Gaulle e le razze esistevano, come esistevano del resto nell’Italia degli anni ‘40. Infatti anche la nostra Carta costituzionale (1948) all’articolo 3 parla di “distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione”, etc.
Il 27 giugno 2018 però, c’è stato un voto praticamente unanime, in una Commissione apposita approvata dal presidente Macron, per riformare l’articolo in questione, espellendo la parola razza.
Come spiega il quotidiano parigino Libération, grazie ad un emendamento proposto dal gruppo di Emmanuel Macron, la parola razza è stata definitivamente soppressa. “Benché la parola fossa stata introdotta per indicare che le razze sono uguali, mettere fine alle discriminazioni e rigettare le teorie razziste, la persistenza della sua menzione oggi sarebbe mal compresa”. Ma da chi? Sicuramente non da tutti coloro i quali hanno due occhi per vedere e non sono daltonici. Questa assenza di daltonia – purtroppo per i potenti – è assai presente nel variegato popolo francese, che sia nativo o di origine africana, araba, asiatica o europea.
E le differenti razze, come i differenti colori della pelle, si vedono benissimo…
Eppure, no. Secondo Richard Ferrand, relatore generale della Camera, “i padri costituenti pensavano nel 1946 che le razze esistessero ma poi, l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e della genetica hanno dimostrato che queste tesi [quali?] non avevano senso”. L’evoluzione delle conoscenze scientifiche avrebbe dimostrato che le razze non esistono… E i popoli? E gli animali? E i colori? Siamo al delirio, ma purtroppo, come direbbe Shakespeare, ‘c’è una logica in questa follia’. Come chi vuole abolire la famiglia, sostiene che la famiglia non esisterebbe in natura, così chi vuole distruggere i popoli, afferma che l’identità etnica non di dà, sarebbe solo una (del resto visibilissima) invenzione….
Un altro deputato, Jean-Christophe Lagarde ha proposto di abolire la razza non solo dalla Costituzione, ma altresì da tutti gli altri testi legislativi ufficiali ove essa compare: il codice penale, il codice di procedura penale, la legge del 1881 sulla censura, etc. Certo, che ignoranza diffusa della genetica e della biologia si aveva in Francia solo pochi decenni fa! E che ignoranza colossale delle basi della scienza hanno milioni e milioni di uomini i quali non protestano, da nessuna parte del mondo, affinché la razza cessi di essere presente nelle loro Costituzioni (simili alla nostra) e nelle loro leggi.
Chissà se Macron, il Re sole del XXI secolo, voglia dare anche in ambito scientifico delle lezioni, ai nostri Sergio Mattarella e Giuseppe Conte i quali, non volendo finora correggere la Carta in vigore dal 1948, mostrano di essere piuttosto superficiali e arretrati.
La soppressione della parolina maledetta è stata approvata anche da altri gruppi dell’Assemblea, tra cui i comunisti (il cui appellativo non crea problemi nella Francia di Macron), i socialisti, i centristi e i gruppi minori. Solo il Front national di Marine Le Pen, ora divenuto Rassemblement national, tiene fede alla lettera della Costituzione (sine glossa).
Secondo la teoria del gender, diffusa a piene mani nell’intero Occidente, l’evoluzione delle conoscenze scientifiche avrebbe insegnato che pure il sesso non esiste, e che ridurre la sessualità a maschile-femminile sarebbe riduttivo, ‘binario’ e superato. Servirà una nuova riforma costituzionale?
Facciamo attenzione a non farci ingannare dai venditori di fumo. Negare la realtà è il primo passo per poi imporre la menzogna.
Antonio Fiori
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