È uno dei tempi più forti di tutto l’anno liturgico, durante il quale la Chiesa adotta dei cambiamenti nella celebrazione liturgica, per concentrarsi ancora di più sul mistero della Morte e Resurrezione di Gesù.
Se ci facciamo caso, ci sono delle variazioni di alcuni passaggi nel corso della Santa Messa. Ma perché questa scelta?
In questo momento liturgico così importante, quale è la Quaresima, ognuno di noi concentra la propria attenzione sulla preghiera e sulla meditazione. Il mistero della Morte e della Resurrezione diventa il centro della nostra fede e, aiutati anche dalla liturgia che cambia, concentriamo la nostra orazione e la nostra preghiera su di essa.
Non è che in altri periodi dell’anno non lo facciamo, ma la Quaresima ci invita a farlo di più. il suo clima mesto, silenzioso, quasi più dell’attesa come abbiamo fatto a Natale. Attendiamo, ora, la Resurrezione di Gesù che passerà per la via dolorosa della Croce, il momento durante il quale Cristo non deve esser lasciato solo da noi.
Lui dona la sua vita per noi e noi dobbiamo esser a Lui vicino, come se adesso la sofferenza sia sua e noi aiutarlo a superarla.
Per questo, anche la liturgia si adatta al periodo. Un fedele, infatti, chiede a un teologo il perché “nel tempo di Quaresima non si usano il Gloria e l’alleluia”.
Il teologo ci spiega, come scrive Famiglia Cristiana: “[…] La pratica del digiuno, mentre esprime il primato dello spirito sulle realtà materiali, nello stesso tempo ne fa emergere anche il valore […] Allo stesso modo il digiuno quaresimale di alcuni elementi rituali festivi, come il Gloria e l’alleluia, ne fa risaltare maggiormente la gioiosa dimensione pasquale”.
Attendere, pregare, stare in silenzio ed alzare gli occhi a Lui. Un momento particolare dove, omettendo questi due elementi, affinchè essi possano esser cantati con vera gioia ed esultanza la notte di Pasqua. Oltre al Gloria e all’Alleluia che non vengono né cantati o recitati (l’Alleluia viene, infatti, sostituito dal canto “Lode a te o Cristo”), anche il Credo cambia la sua forma.
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E il teologo spiega, sempre su Famiglia Cristiana, il perché: “Poiché la Quaresima è un tempo originato dalla preparazione dei catecumeni al battesimo e dalla ripresa dello stesso da parte di tutti i già battezzati, il Messale italiano propone per le Messe del tempo quaresimale e pasquale la recita del più antico ed essenziale Simbolo apostolico (il Credo breve) che riconduce esattamente alla professione di fede che accompagna il rito battesimale”.
Il Gloria è il canto dell’esultanza, degli Angeli, e l’Alleluia è la parola più gioiosa per esprimere lode e acclamare Dio. L’attesa della Quaresima ci permette di comprenderlo al meglio per viverlo, con vera fede ed esultanza, il giorno della Santa Pasqua, cantando e lodando la Resurrezione di Gesù.
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