La vicenda del “funerale nazista” ha scatenato le polemiche, a cui la Diocesi ha risposto con fermezza e commentando l’accaduto in maniera chiara. La bara della donna era stata avvolta da una bandiera con una svastica nazista.
Il video ha cominciato a fare il giro della rete, fino a che il parroco stesso ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook.
A Roma, nella zona di circonvallazione Clodia, vicino alla cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, una bara è stata avvolta in una bandiera con una svastica nazista al termine della celebrazione del funerale, giusto fuori dalla parrocchia di Santa Lucia.
Il fatto che mette in imbarazzo la diocesi di Roma
Il feretro era quello di Alessia Augello, scomparsa il 7 gennaio scorso a causa di una trombosi e conosciuta dagli amici e militanti di Forza Nuova come “Tungsy”. A spiegarlo è stato il sito Fascinazione.info, commentando la scomparsa della militante forzanovista descrivendola come una donna che si è fatta “apprezzare e amare per la sua indefessa generosità e per l’umile gentilezza”.
L’immagine, che è quindi quella di un’accostamento piuttosto forte tra una chiesa e una svastica nazista, ha fatto il giro della rete dopo la pubblicazione del video da parte del quotidiano online Open. In questo, si vedono decine di camerati che ricordano la donna al termine della celebrazione con il saluto romano. Gli uomini schierati sono una decina, e uno di questi urla il nome della donna defunta. In risposta, tutti gli altri militanti, posti attorno alla bara coperta dalla bandiera nazista, gridano: “Presente!”.
Non appena il video ha cominciato ad essere diffuso, la diocesi di Roma ha subito preso le distanze dall’episodio, come hanno fatto anche i titolari della parrocchia don Alessandro Zenobbi e don Paolo Emilio, con un post pubblicato sui social network.
Il commento affranto dei sacerdoti rispetto all’accaduto
“Abbiamo pregato e confortato familiari ed amici intervenuti, affidando l’anima di Alessia a Dio Padre misericordioso”, hanno spiegato i sacerdoti spiegando che “purtroppo quanto si è verificato all’esterno della chiesa alla fine della celebrazione è avvenuto senza nessuna autorizzazione da parte del parroco né del sacerdote celebrante, entrambi all’oscuro di quanto stava per accadere”.
“A tale proposito – continua il post – intendiamo esprimere la nostra profonda tristezza, delusione e disappunto per quanto si è verificato prendendo le distanze da ogni parola, gesto e simbolo utilizzati all’esterno della chiesa, riconducibili a ideologie estremiste lontane dal messaggio del Vangelo di Cristo”.
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Ancora più dura e secca è stata diocesi di Roma, che ha parlato di una strumentalizzazione ideologica particolarmente grave, nonché giudicata in maniera offensiva e di conseguenza inaccettabile, confermando quindi le parole di don Alessandro. “Quanto si è verificato all’esterno della chiesa è avvenuto senza nessuna autorizzazione“, scrive il Vicariato.
Funerale nella parrocchia di #SantaLucia, la nota del Vicariato di #Roma: “Strumentalizzazione ideologica grave, offensiva e inaccettabile”. pic.twitter.com/vKB9CEWS6O
— Diocesi di Roma (@diocesidiroma) January 11, 2022
La risposta della Chiesa al funerale con la bandiera nazista
Il funerale infatti si era svolto in maniera regolare, ovviamente, “senza alcun segno o manifestazione che facesse presagire ciò che è accaduto subito dopo”. All’uscita però i presenti hanno voluto salutare la donna in altra maniera, a modo loro, generando così lo scandalo che ha fatto il giro del web.
“La strumentalizzazione ideologica e violenta, ancor più quella che segue un atto di culto e in prossimità di un luogo sacro, per la comunità ecclesiale di Roma e per tutti gli uomini di buona volontà della nostra città rimane grave, offensiva e inaccettabile“, scrive il Vicariato. Spiegando ancora che “la diocesi di Roma, nelle sue tante componenti ecclesiali, lavora da tempo e con dedizione per formare, educare e così disattivare ogni meccanismo di odio, di contrapposizione, di tentazione violenta ideologica e discriminatoria. Assicuriamo l’impegno della nostra comunità cristiana nella preghiera per l’anima della defunta e nella vicinanza ai suoi familiari, che vivono il dolore del distacco terreno”.
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Al momento sono in corso le indagini da parte delle forze dell’ordine, che stanno lavorando per individuare nello specifico chi è stato a posare la bandiera sulla bara di Alessia. Ora tutto questo potrebbe portare a denunce, e sembra che ad ora personale della digos della questura di Roma abbia già “identificato diversi appartenenti all’estrema destra che hanno preso parte alle esequie”.
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Da parte del mondo politico, c’è stata la condanna del gesto da parte del politico del Partito democratico Emiliano Fiano, che in un post ha scritto: “In Italia non dovrebbe essere permesso ostentare quella bandiera nel 2022 davanti una chiesa per un funerale“.