Sempre più, purtroppo, nell’era dei social l’esibizionismo spinto diventa violenza gratuita diffusa attraverso i social. A Licata accade l’impensabile.
Un vero e proprio scempio che c’è bisogno di arrestare al più presto, denunciando tali violenze oscene e sensibilizzando, educando, intervenendo al più presto dove possibile e necessario.
Tre uomini filmavano le violenze sui disabili
L’ultima delle violenze riguarda tre uomini che filmavano le violenze su disabili e le postavano sui social. Agli atti dell’inchiesta ci sono almeno nove video, in cui venivano riprese le torture ai danni di queste persone fragili.
Le terribili azioni avvenivano all’interno delle abitazioni o nei marciapiedi cittadini. Si vantavano con tutti della loro irragionevole violenza, e della ferocia con cui l’attuavano. Una vicenda che lascia veramente attoniti e sbalorditi.
L’unico obiettivo era quello di avere qualche “like”
Nei filmati si vedono anche i passanti assistere alla scena tuttavia senza battere ciglio. I tre sono tutti padri di famiglia, di 36, 26 e 23 anni. L’obiettivo di queste mostruosità era solamente quello di prendere qualche “like” sui social, il che dimostra purtroppo le gravi derive narcisistiche in cui purtroppo la società contemporanea sta cadendo.
Le vittime degli atti sono tutte persone incapaci di intendere e di volere. In uno dei nove video, ripreso con il cellulare, un uomo con disabilità viene schiaffeggiato all’interno dell’abitazione, e si vede chiaramente la persona che lo bullizza schiaffeggiarlo in volto ripetutamente, poi tirargli la barba fino a strattonarlo con violenza.
Non bastassero le violenza, anche gli sputi sugli uomini a terra
Alla fine delle vessazioni, non pago, gli sputa addosso, mentre la vittima in preda al terrore lo chiama per nome implorandogli di smettere. Altre immagini mostrano un altro uomo disabile disteso nel marciapiede della cittadina di Licata.
L’uomo è legato col nastro adesivo per imballaggi. Nel drammatico video si sente anche una voce che si rivolge alla vittima chiedendogli se sia stato legato. Presumibilmente un passante, a cui l’uomo chiede aiuto.
Le urla delle vittime e l’omertà dei passanti
“Signora, chiama i carabinieri“, si sente pronunciare. Ma la chiamata non è partita, e i carabinieri in quel momento sono restati all’oscuro di tutto. Purtroppo l’omertà dei passanti è stato il triste coronamento di una vicenda vergognosa, su cui è necessario fare luce.
I tre aguzzini agivano infatti per le strade cittadine, sfrecciando su moto o auto di fronte a tutti. Per un mese i loro video sono girati sui cellulari, attraverso facebook, whatsapp, o qualunque altro social possibile.
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Agghiaccanti relazioni dei pm: durante le violenze gli uomini ridevano
Le relazioni del pm sono agghiaccianti. In queste si legge che uno degli aggressori “avrebbe picchiato un uomo, invalido civile, afferrandolo per i capelli e sbattendogli la testa ripetutamente e violentemente su una saracinesca in ferro”. Il tutto, “ridendo”.
“Non è possibile nascondere lo sconforto e la rabbia per quanto accaduto a Licata”, è il commento su Avvenire del direttore di Caritas diocesana Agrigento, Valerio Landri.
Purtroppo vigliaccherie come queste sono all’ordine del giorno e dimostra come la rete, se non usata nel modo giusto, rischia di essere uno strumento molto pericoloso. O meglio, un mezzo per trasmettere a destra e a sinistra odio, ferocia, stupidità. Ovviamente, il tutto a danno dei più deboli.
Giovanni Bernardi