Stamattina un pullman di pellegrini diretto a Medjugorje, è uscito fuori strada vicino a Zagabria. Sono morti in dodici, trentuno sono rimasti feriti.
Si dirigevano a Medjugorje quando per cause ancora da accertare, il mezzo è uscito fuori dalla careggiata.
Estote Parati. Che vuol dire «siate preparati», «siate pronti». È l’espressione latina diventata il motto degli scout. Ma la sua ispirazione è evangelica. Rimanda a quel passo del Vangelo di Matteo dove Gesù invita a vegliare, perché tutto passa a questo mondo, fuorché la parola di Dio. «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà» (Mt 24, 42-44).
Sono le parole che sorgono spontaneamente, in una coscienza cristiana, alla notizia della strage dei pellegrini polacchi avvenuta stamattina, verso le 5.40, a una sessantina di chilometri da Zagabria. Erano diretti a Medjugorje, dove proprio oggi si conclude il Mladifest, il festival dei giovani che ha attirato decine di migliaia di fedeli innamorati della Madonna, di tutte le età e di tutte le nazionalità.
Un bus di pellegrini dalla Polonia
Il bus si è rovesciato a Podvorec, sull’autostrada Budapest-Fiume. Sul pullman viaggiavano in 43 persone, compresi i due autisti. A quanto pare provenivano da «una zona vicino a Varsavia», ha detto il ministro degli Interni croato Davor Bozinic. Forse all’origine dell’incidente un colpo di sonno di uno dei conducenti. Il mezzo, fuori controllo mentre affrontava una curva, è uscito di strada. Sono morti in dodici, trentuno invece i feriti. Ma il bilancio potrebbe crescere ancora.
È uno degli incidenti stradali più gravi della recente storia croata e colpisce i figli della nazione benedetta che ha dato i natali a San Giovanni Paolo II e a Santa Faustina Kowalska: la Polonia.
Un epilogo drammatico, ma non senza speranza
Chi è stato a Medjugorje in questi ultimi giorni sa quanta forza abbia la presenza e la testimonianza dei fedeli polacchi. E sa quanta commozione crei nell’animo sentirli intonare i loro canti alla Madonna di Częstochowa, la Madonna Nera, così legata alla pietà e alla storia di un popolo che ha sofferto così tanto e così a lungo.
Siamo certi che la Vergine ha accompagnato questi nostri fratelli anche in questo epilogo drammatico. Che per un cristiano non è l’ultima parola, ma solo l’entrata nella luce. Li accompagniamo anche noi nella preghiera.