Rilasciato su cauzione Don Binoy: il sacerdote ottiene la scarcerazione per precarie condizioni di salute.
Il prete cristiano era stato arrestato ad inizio mese con l’accusa di costringere gli abitanti dello Jharkland a convertirsi al cristianesimo.
Don Binoy ottiene la scarcerazione su cauzione
Ad inizio del mese di settembre le autorità di Jharkland avevano fatto un blitz nella diocesi di Bhagalpur per arrestare Don Binoy, il catechista Munna Hasda ed un altro sacerdote. Quest’ultimo, il cui nome non è stato comunicato, è stato rilasciato subito dopo l’arresto, mentre per gli altri due la detenzione si è protratta. I legali della diocesi hanno subito presentato ricorso contro l’arresto, in primo luogo per le modalità ed successivamente per le condizioni fisiche del sacerdote.
Don Binoy John, sacerdote di Kerala che gestisce la diocesi di Bhagalpur da 4 anni, soffre di problemi cardiaci. Per appurare tali problematiche di salute, il Parroco è stato visitato da un medico, il quale ha dato il via libera alla scarcerazione. Il giudice ha quindi fissato una cauzione, pagata la quale Don Binoy ha potuto lasciare il carcere. Nulla da fare per il catechista che si trova ancora recluso.
I dubbi sulle accuse
I due religiosi cristiani sono stati accusati di costringere i locali, specialmente i membri delle tribù, a convertirsi con l’inganno. L’opinione di molti, però, è che i due abbiano pestato i piedi agli interessi di alcuni locali. Secondo Dean Kuriakose, membro del Congress Party, Don Binoy intralcerebbe gli investitori intenti “ad accaparrarsi le terre dei tribali”. Sulla stessa linea anche il Cardinale George Alencherry che ad ‘Asia News’ ha dichiarato: “È chiaro che dietro ci sono persone che non sono contente delle attività sociali e educative dei missionari tra gli abitanti del villaggio”.
Che nella regione indiana i cristiani non siano visti di buon occhio è un’opinione comune. Nel 2017 è stata approvata una legge contro le conversioni estorte con forza, raggiri o persuasione. I colpevoli di simili reati sono puniti con tre anni di carcere ed una multa da 50 mila rupie. Se nominalmente questa legge dovrebbe servire per tutelare i locali, di fatto il non poter persuadere è un concetto vago e nella pratica equivale all’impossibilità di convertire chiunque.
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Luca Scapatello