La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso di devolvere in beneficenza un milione di euro da destinare alle famiglie delle vittime dello tsunami che ha colpito l’Indonesia.
Lo scorso 28 settembre un terremoto di magnitudo 7.5 con epicentro nell’Oceano Indiano ha colpito l’isola di Sulawesi nell’arcipelago indonesiano. La violenza del sisma ha generato delle onde anomale alte 6 metri (uno tsunami) che ha investito le città di Palu e Donggala generando morte e distruzione. Oggi, ad oltre 2 settimane di distanza da quell’evento catastrofico, le autorità e gli abitanti dell’isola indonesiana scavano ancora tra le macerie nella speranza di trovare qualche altro sopravvissuto.
Al momento il bilancio delle vittime conta 1407 persone (a cui si aggiungono anche oltre 700 feriti), ma il numero di dispersi è enorme ed il numero delle vittime è destinato ad aumentare. Al tragico bollettino dei decessi si aggiungono tutti i problemi che i sopravvissuti sono costretti a vivere, sono 62 mila gli sfollati, divisi in 109 centri d’emergenza, che sono rimasti senza un’abitazione, migliaia le abitazioni distrutte, centinaia le strutture rimaste gravemente danneggiate.
Data la situazione di emergenza molte nazioni e associazioni di volontari si sono offerte di offrire una mano al Paese asiatico nei soccorsi e nell’assistenza ai sopravvissuti. Anche la Chiesa Cattolica ha voluto offrire il proprio contributo alla causa, assegnando un milione di euro alla Caritas Italiana da utilizzare per gli interventi di soccorso e ricostruzione. La notizia di questa generosa decisione è stata comunicata dalla stessa Cei, attraverso il proprio sito ufficiale nel quale si legge: “La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha stanziato un milione di euro per fornire assistenza alle vittime del terremoto e del conseguente tsunami che hanno recentemente colpito l’Indonesia. Lo stanziamento avverrà tramite Caritas Italiana, che renderà conto degli interventi effettuati al Servizio per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo”. L’opera di assistenza verrà suddivisa in due aree: una riguardante la somministrazione di materie prima ai sopravvissuti (acqua, cibo, medicinali e beni di prima necessità) e l’altra nella costruzione di aree sociali distrutte dal terremoto e dallo tsunami (ospedali, scuole e centri di aggregazione).
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Luca Scapatello
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