La notizia che arriva dal Vaticano è di grande conforto, di speranza e di gratitudine per tutti coloro che soffrono per la perdita di un loro caro o che desiderano pregare per le Anime Sante del Purgatorio, e ora potranno ricevere questo bellissimo dono.
Tutti i cristiani, di fronte al lutto di una persona cara, si chiedono dove si trovi ora quella persona, se in Paradiso o altrove. Spesso si prega affinché i peccati commessi da queste persone in vita vengano perdonate. Ora la speranza cresce.
Anche quest’anno, infatti, sono state prorogate da parte della Santa Sede per tutto novembre le indulgenze per i defunti. Numerosi vescovi hanno infatti richiesto alla Penitenzieria Apostolica la possibilità dell’estensione delle indulgenze plenarie, come già stato fatto nel 2020, a causa delle misure legate alla pandemia ancora attive.
Cosa stabilisce il Decreto della Penitenzieria Apostolica
Lo stabilisce infatti un Decreto della Penitenzieria Apostolica appena pubblicato. Nel testo in questione è scritto che la decisione è stata presa dopo aver ascoltato “le varie suppliche recentemente pervenute da diversi Sacri Pastori della Chiesa, a causa dello stato di perdurante pandemia”.
Di conseguenza, l’organo vaticano “conferma ed estende per l’intero mese di novembre 2021 tutti i benefici spirituali già concessi il 22 ottobre 2020”, proprio come accaduto l’anno scorso con un analogo decreto. Un’opportunità spirituale importante che di certo porterà enormi benefici per tanti cristiani che si trovano a pregare per i propri defunti.
“Dalla rinnovata generosità della Chiesa i fedeli attingeranno certamente pii propositi e vigore spirituale per indirizzare la propria vita secondo la legge evangelica, in filiale comunione e devozione verso il Sommo Pontefice, visibile fondamento e Pastore della Chiesa Cattolica”, spiega il testo.
Cosa occorre fare per ottenere l’Indulgenza Plenaria?
L’intenzione primaria è quella di avvicinarsi al bisogno di tanti di recarsi nei cimiteri a fare visita ai propri defunti, ma allo stesso tempo vuole scongiurare il rischio di assembramenti negli stessi luoghi, rischiando così di creare un potenziale punto di incontro e di scambio di contagi. In ottica di responsabilità e di collaborazione comune e con le istituzioni, si vuole quindi scongiurare questo pericolo, e specialmente per la ragione che spesso sono i più anziani a recarsi in visita ai propri coniugi defunti, gli stessi maggiormente a rischio a causa del Covid.
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Normalmente, infatti, la consuetudine codificata vuole che sia possibile ottenere l’indulgenza plenaria per i propri cari, per tutti quelli che visitano i cimiteri pregando per i defunti in ogni giorno dell’ottavario che va dall’1 all’8 novembre, e nello specifico il 2 novembre, oppure che visitino una chiesa o un oratorio e recitino il Padre Nostro e il Credo. Anche quest’anno invece, viene data la possibilità di lucrare l’Indulgenza, alle stesse condizioni, per tutto il mese di novembre.
Come può ottenere l’indulgenza per i defunti chi non può uscire di casa
C’è anche una fondamentale specifica per coloro che non possono recarsi ai cimiteri o che non possono proprio uscire di casa. Come ad esempio anziani, malati, invalidi, o anche persone che vivono delle restrizioni dovute alla pandemia, ad esempio l’imposizione di una quarantena. Per queste persone, infatti, si potrà conseguire l’Indulgenza plenaria a condizioni ben precise, vale a dire con un unione spirituale a tutti gli altri fedeli.
Serve però l’intenzione di distaccarsi completamente dal peccato, e quella di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre. Il tutto, deve però avvenire davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, e recitando le usuali orazioni per i defunti.
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Quali possono essere? Ad esempio, le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei Defunti, il Rosario Mariano, la Coroncina della Divina Misericordia, o altre. C’è però anche un ulteriore modo di ottenere l’indulgenza plenaria per i defunti, che è quello di soffermarci nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti. O infine, come ultima possibilità, di compiere un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita.
Una devozione molto sentita e una importante raccomandazione
Una devozione indubbiamente molto sentita che ogni anno coinvolge la quasi totalità del popolo cristiano, che in quella data si reca a Messa o nei cimiteri. “Siamo chiamati in questi giorni a ravvivare la nostra certezza nella gloria e nella beatitudine eterna”, spiega il cardinale Mauro Piacenza ai media vaticani, penitenziere maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria Apostolica.
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Con una raccomandazione: “Chiediamo con umiltà e fiducia il perdono per quanti ci hanno lasciati, per le loro piccole o grandi mancanze, loro che comunque sono già salvati nell’amore di Dio, e rinnoviamo il nostro impegno di fede”.