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Indulgenze plenarie o parziali: cosa sono, da dove nascono e come si ottengono

Cosa sono le indulgenze e come si ottengono?

Le indulgenze, plenarie e parziali (a secondo che liberino in parte o del tutto dalla pena da scontare in Purgatorio, relativa ai nostri peccati), possono essere ottenute in molti casi e in diverse circostanze.

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Nei primi anni del cristianesimo, un tale percorso era davvero duro; spesso richiedeva anche pubblica ammenda del misfatto, per un tempo stabilito.

“In verità ti dico: oggi sarai con me in Paradiso”. Con le parole, che Gesù rivolse al ladrone pentito, che accanto a lui era posto in croce, si può comprendere il significato dell’indulgenza. E’ la remissione del peccato (della colpa e della pena), in terra come in cielo, che ci evita il passaggio in Purgatorio e ci porta direttamente in Paradiso, come il ladrone, secondo la promessa di Gesù.

Con la Confessione, infatti, si perdona la colpa, ossia il peccato temporale. Con l’indulgenza, che può essere parziale o plenaria (totale), la pena conseguente, relativa al peccato confessato, che dovremmo scontare comunque in Purgatorio, dopo la nostra morte. Il fedele che vuole ricevere l’indulgenza deve mostrare, nei fatti, un cambiamento di rotta della propria vita e, attraverso delle opere corporali e spirituali, darne prova alla Chiesa.

Le indulgenze: le origini

L’indulgenza cominciò ad assumere il significato che oggi conosciamo quando, nel 1300, Papa Bonifacio VIII, indisse il primo Giubileo e offrì il perdono delle pene a coloro che, giungendo a Roma, avessero fatto visita alle Basiliche papali.

Erano, poi, indicate anche altre azioni che si potevano compiere, per avere un’indulgenza parziale. Col passare degli anni, lo spirito che animava queste concessioni si corruppe e alle indulgenze venne assegnato un prezzo, fino a renderle un commercio, vero e proprio. Fu questo uno degli argomenti principali di denuncia di Martin Lutero, durante la sua proposta rivoluzionaria, che portò allo Scisma Protestante.

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Col  Concilio di Trento (1545-1563), proprio in quel secolo, si cercò di mettere ordine alla situazione, fino a ripulirla dagli abusi e a semplificarla, riportandola al suo significato originario. Oggi, le indulgenze possono essere ottenute per noi e per i nostri defunti. Il fatto di poter chiedere indulgenze per altri, spiega il concetto di Comunione dei Santi (l’insieme di tutta l’umanità esistita, dalle origini ad oggi), poiché le preghiere e le opere compiute da ognuno sono valide per la grazia di tutti gli uomini e per combattere il male loro e nostro.

Indulgenze: prassi generale

Ciò vale per vivi e defunti, cristiani e non. La prassi generale per avere un’indulgenza è la seguente: fare una buona Confessione; fare la Comunione; pregare secondo le intenzioni del Papa; compiere l’azione collegata all’indulgenza che la Chiesa concede in quel momento e in quel luogo (ad esempio: recitare il Santo Rosario in Chiesa, partecipare all’Adorazione eucaristica o agli esercizi spirituali; visitare il cimitero dal 1 all’8 Novembre; recitare il Magnificat, l’Angelus o Anima Christi; seguire le catechesi, far celebrare Messe in suffragio … visitare alcuni luoghi di culto).

Di volta in volta, la Chiesa dispone le azioni da compiere per ottenere l’indulgenza parziale o plenaria, in luoghi e date precise, come in occasione del Giubileo.

Indulgenze: il perdono di Assisi

Il Perdono di Assisi ne è un esempio. E’ un’indulgenza plenaria che si ottiene nelle Chiese parrocchiali e francescane, dal mezzogiorno dell’1 Agosto alla mezzanotte del 2. Si ottiene ogni giorno dell’anno, poi, se ci si reca alla Chiesa della Porziuncola di Assisi, dove morì San Francesco.

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Ecco cosa dice, in merito alle indulgenze, il Catechismo della Chiesa Cattolica: “L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale dei peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi”.

Indulgenze: il manuale con le istruzioni si chiama Enchiridion indulgentiarum

Recentemente, fu Papa Paolo Vl a proclamare la nuova Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina. A questa fece seguito l’Enchiridion indulgentiarum, che contiene l’elenco delle indulgenze plenarie e parziali. Esiste, dunque, un manuale delle indulgenze, che rispecchia i seguenti criteri: “Il fine che l’Autorità ecclesiastica si propone nella elargizione delle indulgenze, è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene del peccato, ma anche di spingere gli stessi a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all’incremento della fede e al bene comune”.

Si ritiene, infatti, che “l’uso delle indulgenze eccita efficacemente alla carità e la fa esercitare in modo eminente, allorché viene offerto un aiuto ai fratelli che dormono in Cristo”. “Parimenti il culto delle indulgenze ridesta la fiducia e la speranza di una piena riconciliazione con Dio Padre”.

Le indulgenze non sostituiscono i Sacramenti

E’ importante tenere a mente che “La Santa Madre Chiesa non intende assolutamente diminuire il valore degli altri mezzi di santificazione e di purificazione ed in primo luogo del sacrificio della Messa e dei sacramenti, specialmente del sacramento della penitenza. Né vuole diminuire l’importanza di quegli aiuti abbondanti, che sono i sacramentali, e delle opere di pietà, di penitenza e di carità”.

Ricordiamo che “Nessuno può applicare le indulgenze che acquista ad altri che siano ancora in vita”, ma “Le indulgenze sia parziali che plenarie possono essere sempre applicate ai defunti a modo di suffragio”. L’indulgenza plenaria può essere ottenuta una sola volta al giorno, mentre quella parziale, più volte al giorno.

Antonella Sanicanti

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