Straordinaria e potente iniziativa avanza anche in Italia contro la pandemia

I cristiani di tutta l’Europa si stanno mobilitando, scendono in piazza con l’arma più potente contro il Covid e tutto ciò che ne consegue: le divisioni e il veleno dell’odio. Ora succede anche in Italia. 

Poco prima di Natale – il 21 dicembre –  è stata lanciata una nuova iniziativa di preghiera. L’iniziativa, partita dall’Austria, si chiama Europa betet: l’Europa prega.

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Dall’Austria parte un appello alla preghiera. L’Italia si prepara a rispondere.

A spiegare il senso di questa manifestazione spontanea è stato Roland Noé, caporedattore del portale cattolico austriaco Kath.net e promotore della preghiera. L’idea è semplice: si tratta di trovarsi ogni mercoledì alle 18:00 per pregare in una pubblica piazza. Si invitano tutti i cristiani a pregare per la fine dell’epidemia di Covid, per la libertà, per la fine delle divisioni, per i governanti e i politici, per la conversione dei cuori.

Chi ha partecipato ai momenti di preghiera reca testimonianza di una presenza in costante crescita. Inizialmente a pregare è sempre un minuscolo gruppo di poche persone. Ma in pochi giorni in Austria il piccolo gruppo è diventato un popolo di centinaia di persone e le pubbliche piazze in preghiera sono diventate decine e decine.

Un popolo di semplici fedeli mossi da una intuizione insieme profonda e inesprimibile: la sensazione che si sia scatenato “qualcosa”, una forza maligna e invasiva che può essere trattenuta solo impugnando un’arma spirituale: la preghiera, l’unica che possa fornire protezione. Da qui la necessità di dare un segno pubblico, immediatamente visibile.

È stato creato anche un sito (in tedesco e in inglese): https://europabetet.jetzt/, dove vengono segnalati i luoghi dei momenti di preghiera. C’è anche un canale Telegram dove trovano spazio le foto e le locandine dei raduni.

Il sostegno del Cardinale Müller

Tra i sostenitori dell’iniziativa ci sono il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, il Vescovo ausiliare emerito di Coira (Svizzera) Marian Eleganti, il teologo e decano Ignaz Steinwender di Salisburgo (Austria).

La preghiera pubblica del mercoledì sera si è diffusa particolarmente nel mondo austro-germanico e in generale nell’area mitteleuropea. Ma da poco è sbarcata anche in Francia, come si apprende da questo video su Youtube.

Italia prega: la preghiera pubblica nel nostro paese

Anche l’Italia – terra che in questo momento storico ne ha particolarmente bisogno – si è unita alla preghiera pubblica. È on line il sito Italia prega attraverso il quale è possibile comunicare la propria adesione e indicare il luogo dell’iniziativa (la mappa mostra che i momenti di preghiera sono già numerosi).

Per le informazioni e gli aggiornamenti è disponibile anche un canale Telegram: https://t.me/italiaprega.

Italia prega rappresenta un “invito al Rosario pubblico in tutta Italia”, si legge sul volantino illustrativo, “per affidare l’Italia alla Beata Vergine affinché assista tutti gli italiani in difficoltà a causa di questa crisi che sta attraversando il nostro Paese, tra le più gravi della sua storia”.

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Per farlo ci si potrà trovare ogni mercoledì alle ore 19:00 in un luogo pubblico, “in piedi, in ginocchio o camminando. Anche cantando (canti religiosi)”. Sono particolarmente “benvenuti sacerdoti e religiosi anche con un fervorino, purché rispettosi dei discernimenti di tutti”.

“Vogliamo pregare in ogni città, paesino e quartiere d’Italia”, scrivono i promotori dell’iniziativa, “finché l’attuale crisi nella società non sia risolta in modo pacifico, e torni a regnare pace e libertà”. Per questo tutti sono invitati “ad accendere un focolaio di preghiera in un luogo pubblico”.

“Fatelo senza attendere altri”, esortano i promotori, “perché troveremo sempre delle scuse per rimandare, se non facciamo noi il primo passo… ”.

Il contagio della preghiera contro il contagio dell’odio

Una iniziativa come Europa betet può essere considerata una sorta di “contagio orante”. Rappresenta il tentativo di rispondere cristianamente al clima sempre più aspro e teso, carico di odio, che si sta diffondendo non solo nella società civile ma anche, scandalo supremo, in seno al corpo ecclesiale (andando a attizzare quello “scisma della carità” tanto deprecato dal grande teologo Henri de Lubac).

È un fatto che col prolungarsi dell’epidemia il contagio del morbo si sta vieppiù accompagnando al contagio dell’odio, coi vertici delle istituzioni spesso in prima linea a alimentare irresponsabilmente la paranoia e l’isteria di massa.

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Così si finisce per fomentare una folle caccia alle streghe inoculando il veleno della divisione perfino tra familiari, amici, colleghi di lavoro. Di conseguenza si sono create fazioni “zombizzate” impegnate a accusarsi di ogni male e a mordersi senza pietà. Ma più i contendenti sono separati dal livore, più tendono ad assomigliarsi in maniera sinistra. Come sempre capita quando è l’odio ad accomunare gli uomini.

Il sentimento dominante di questa anteguerra civile – ormai serpeggiante ovunque – appare quello che in tedesco viene indicato col nome di Schadenfreude: la gioia maligna che consiste nel godere del dolore del prossimo.

Vincere il male col bene

C’è qualcosa di più diabolico di questo godimento malvagio? Il cristiano sa che l’accusatore per eccellenza è il serpente antico. E soprattutto sa, per statuto, che non gli è consentito rispondere al male col male È a questo, con ogni evidenza, che ci invita l’Apostolo Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”. (Romani 12,21)

Preghiera pubblica a Innsbruck (Austria) – photo web source

A questo proposito Sant’Ignazio di Loyola proponeva di seguire il metodo dell’agere contra. Agire contrariamente: così al vizio non si risponde con altro vizio, ma con la speculare virtù che gli si contrappone direttamente. All’ira si risponde non con un’ira di segno contrario ma col contrario dell’ira: la mitezza. Così come all’invida si risponde con la magnanimità, all’avarizia con la generosità, alla lussuria con la temperanza, al fanatismo con la tolleranza, alla superbia con l’umiltà e così via.

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Laddove divampa l’odio, il cristiano non può che rispondere con la carità, non può che moltiplicare i gesti di fratellanza e di gentilezza, non può che moltiplicare i segni di attenzione e di compassione, non può che moltiplicare gli spazi di dialogo con Dio (la preghiera) e coi propri fratelli in umanità.

Prega, Europa. Solo così ti salverai dalle insidie del Maligno.

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