La memoria di San Giovanni Paolo II (Wadowice, Cracovia, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005) ricorre il 22 ottobre.
In quel giorno, nel 1978, pronunciò nella sua prima omelia da Papa queste celebri parole: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.
Giovanni Paolo II fu il primo papa slavo della storia. Nella sua vita e durante il suo pontificato fu uno strumento di dialogo tra i popoli, cambiando il corso degli eventi politici di allora e rinnovando profondamente la Chiesa stessa.
“Non abbiate paura!”. Questo fu da subito il suo invito ad aprire le porte spaventate del cuore a Gesù, per accogliere il suo messaggio ed il suo amore. Un amore che cambia la vita, come un rombo di vento a Pentecoste, che scompiglia tutto e lo rinnova.
In questo piccolo estratto, le parole pronunciate nell’omelia pronunciata il giorno del suo insediamento, domenica 22 ottobre 1978:
“Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”.
Solo Cristo ha parole di vita eterna: questo l’atteggiamento di un cuore aperto a Gesù e alla sua parola, che questo grande Papa ci ha insegnato con la sua vita e ci invita ad avere sempre. Una disposizione d’animo serena, che guarda a Gesù risorto anche nel mezzo delle sofferenze e dei tanti timori che ci incute la vita.
“Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati“(Rm 8,35-37).
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