Sebbene il sonno rappresenti una funzione vitale ed indispensabile per il nostro organismo, non è scontato averne un apporto adeguato e un ritmo sonno-veglia regolare. Quale “antidoto” può aiutarci in questo a livello spirituale?
Dormendo riposiamo, ricarichiamo le energie fisiche e psichiche, e attiviamo il processo di rielaborazione e acquisizione degli stimoli e delle informazioni apprese durante la veglia, fissandole nella memoria, rimuovendo i dati superflui.
Sovente l’arrivo dei primi caldi può portare ad addormentarsi con più difficoltà. Eppure, i veri grandi “nemici” del sonno sono ansia e stress: ecco che a volte si arriva al momento di addormentarsi carichi di stimoli e preoccupazioni, senza riuscire a liberarci dei pensieri e delle problematiche che ci possono aver assillato durante la giornata.
Nel contesto stressante in cui viviamo, spesso di assenza di certezze, di contatto con la natura, con gli altri e con Dio (condizioni naturali dalle quali piano piano l’uomo si sta sempre più allontanando), il nostro equilibrio ne risente, a partire da quello spirituale, per coinvolgere tutto il nostro essere.
L’insonnia: un male in crescita
Stando a recenti stime, sarebbero 12 milioni di persone a soffrire di insonnia in Italia, o di disturbi del sonno: difficoltà di addormentamento, risvegli frequenti o precoci e difficoltà a prendere sonno.
Quasi 1 italiano su 3 dorme un numero non consono di ore e quasi 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria. In particolar modo questo fenomeno colpisce le donne (parliamo del 60% rispetto al totale. Nel 20% dei casi invece si tratterebbe di bambini e minori). Certamente, il contesto pandemico non ha favorito questo quadro non troppo rasserenante, per cui queste stesse cifre sarebbero addirittura raddoppiate in seguito alla pandemia Covid.
Come poter combattere questo problema? Di certo le soluzioni non possono essere semplicistiche, e occorre affrontarlo nelle sue molteplici cause, affrontandole con un’azione sinergica su vari piani: quello fisico, quello psicologico, ma anche… quello spirituale.
Se gestire l’ansia, prendersi cura di sé, fare attività fisica è in questo senso molto importante, se a volte è addirittura ineluttabile intraprendere un percorso terapico o farmacologico, ricordiamo che anche l’anima non deve essere trascurata. Per un cristiano, infatti, è dalle esigenze inascoltate della propria interiorità e spiritualità che possono scaturire molti altri disagi, che non vanno mai trascurati, trasversalmente, su ogni piano che gli compete, da quello medico a quello psicologico che sia.
Se la medicina e la psicologia hanno degli antidoti ai mali del nostro tempi, perché non affiancare il loro apporto anche a quelli che riguardano l’anima?
Perché prima di addormentarci, ad esempio, non proviamo anche a impugnare la Corona del Rosario e invocare l’aiuto di Gesù e Maria, mettendoci in loro compagnia per tutto il tempo necessario, fino ad addormentarci? Questa soluzione potrebbe sembrare appunto “semplicistica”, ma vediamo perché – in sinergia con tutto ciò che serve per combattere questo disturbo – oltre che dal punto di vista della fede, anche su un piano più concreto, non è proprio così.
“Addormentarsi serenamente”… stringendo il Rosario
Sul portale preghiereagesuemaria.it, troviamo questo interessante estratto di una catechesi a riguardo: “Meraviglia di Grazie porta a tutti noi il Santo Rosario è la preghiera che tocca i cuori induriti dei figli di Maria, lontani dal Cuore di Maria e che Lei vuole riportare a Gesù…
Ho conosciuto la storia di un uomo, che di giorno aveva mille difficoltà per recitare una sola Corona del Rosario, anzi, la cominciava e poi a causa del telefono, lavoro, letture, impegni, commissioni, appuntamenti ed altro, non riusciva a terminarla. Ne recitava solo alcune decine. Questa impossibilità riusciva a superarla di notte, perché soffriva di una forma di insonnia, per cui, si sveglia va sempre tra le 2 e le 3, prendeva la Corona e nella quiete del silenzio, nella contemplazione dei misteri, pregava molto il s Rosario. Invece di lamentarsi ed annoiarsi, trovava il modo per santificare il tempo che restava sveglio. Si addormentava serenamente invocando i nomi di Gesù e di Maria”.
Si parla molto di meditazione, che però è una forma di “intrattenimento” della mente e del pensiero che può prendere delle pericolose derive esoteriche e non giovare quindi affatto alla nostra psiche.
Il Rosario: una “meditazione” che fa bene all’anima… e al corpo
Il Santo Rosario non viene solitamente considerato e inserito dagli studiosi in un discorso terapeutico: può invece essere considerato in questo senso? Vi sono psichiatri che considerano la meditazione come benefici in persone con disturbi ansiosi, depressivi e con insonnia, in grado di aumentare il livello del benessere psicofisico, con l’effetto di regolare ed armonizzare la respirazione e il sistema cardiocircolatorio. Ma quale “meditazione” migliore se non quella dei Misteri del Rosario, dove ci immergiamo nella vita di Gesù e regaliamo tante rose a Maria Santissima quante sono le Ave Maria che recitiamo?
Nel blog vngblog.altervista.org, era riportata un’intervista ad Alessandro Meluzzi, noto psichiatra cattolico, dove si affrontava proprio l’argomento in questo senso, cioè quali fossero gli effetti della ripetitività della recitazione del Rosario sulla psiche dell’individuo.
Un’arma dell’anima
“La mia idea”, rispondeva Meluzzi, “è che questa sua dolce ripetitività, anche ritmica, serva a sincronizzare con adeguatezza le funzioni della mente e del corpo”. Continuava il noto psichiatra: “il Rosario, con il suo ritmo, è favorevole alla tecnica del rilassamento, inteso come assenza momentanea di pensieri e di istinti.
Rilassa allo stesso momento, sia la mente, che il corpo ed infatti quando lo recitiamo, sempre che lo facciamo con la vera e retta intenzione, la mente si libera da ossessioni, idee strane, motivi di rancore. Il fatto, poi, che la recitazione del rosario sia associata all’attività di sgranare le decine, conferisce un suo ritmo e questo ritmo determina un bilanciamento tra testa e cuore”.
Alla domanda se il Santo Rosario potesse essere aiuto medico, lo psichiatra aveva risposto: “La sostanza è questa: il Rosario aiuta la mente, giova alla serenità dell’anima e sincronizza il tutto con il corpo. Riesce a dare maggior equilibrio, il tutto, ovviamente, senza contare il beneficio spirituale, perché col Rosario meditiamo attraverso gli occhi di Maria i misteri di Cristo”. Continuava: “Fa molto bene, l’orazione in genere è una grande e bella medicina sia per l’anima, che per il corpo. Ed ovviamente, per l’igiene della mente”.
Per qualsiasi necessità, direbbe Padre Pio, impugniamo quest’“arma”. Senza trascurare i bisogni del nostro corpo e della nostra psiche, ma nemmeno quelli dell’anima, fondamentali e fondanti del nostro essere.